Javier Sotomayor e quel salto senza tempo

Per tutti quelli come noi nati prima del 1980, molto prima, il nome Javier Sotomayor riporta alla memoria attimi di un’impresa che ha avuto del fantastico.

Un po’ per quel nome da super eroe giapponese, un po’ perchè le immagini di quanto ha compiuto, ormai, hanno il velo del tempo.

Stiamo parlando del detentore di uno dei record del mondo più longevi nella storia dell’atletica mondiale. Il saltatore cubano, il 27 luglio 1993, a Salamanca, stabilì il record saltando 2,45 metri.

“Ho saltato una porta da calcio, o la rete da pallavolo; quando lo guardo mi colpisce: è molto alto, non trovi?”

Con queste parole commentò l’impresa. Ma di lui si è detto tanto, seppur non ha mai cavalcato l’onda del successo, avendo vissuto momenti dove è crollato umanamente e fisicamente entrando nella spirale della dipendenza da cocaina.

Ma facciamo un passo indietro. A soli quattordici anni già saltava due metri, motivo per cui iniziò la sua preparazione specifica per il salto in alto, trasferendosi all’Avana con una borsa di studio della Escuela Superior de Perfeccionamiento Deportivo, che gli permise di avanzare notevolmente nella sua formazione.

Nel 1986 divenne Campione del Mondo Juniores , ad Atene, ottenendo un record (2,36).

Nonostante sia stato costretto a non partecipare ai Giochi Olimpici di Seoul , a causa del boicottaggio di Cuba, un anno dopo mise in chiaro la sua categoria vincendo i Campionati del Mondo a Budapest , dove saltò 2.43, e a Porto Rico, dove all’aria aperta saltò 2,44.

Quel record è stato mantenuto fino allo stesso anno, a Salamanca, dove superò i 2,45 metri.

È stato il secondo atleta nero a stabilire un record mondiale di salto in alto, dopo l’americano John Thomas (1960), e il terzo atleta afro-cubano a raggiungere un record mondiale, dopo Alberto Juantorena (nei 400 metri, 1976) e Pedro Pérez Dueñas, che a Cali, in Colombia, nel 1971, stabilì un record mondiale di salto triplo con 17,40 m.

Nel 1990 Javier Sotomayor fu costretto a ritirarsi dalle competizioni a causa di un infortunio al piede.

Tuttavia, quando riapparve, lo fece per vincere la medaglia d’oro ai Campionati centroamericani e caraibici, tenutisi in Messico.

Ai Giochi Olimpici di Barcellona nel 1992 vinse la medaglia d’oro, confessando che questo lo aveva compensato per cinque anni di continue avversità, e nel mese di luglio superò il proprio record mondiale a Salamanca, appunto, con un salto nel secondo tentativo di 2,45 metri.

Nel luglio 1999 apparse per la quarta volta ai Giochi Panamericani, a Winnipeg, in Canada. Giorni dopo, il presidente del PASO, Mario Vázquez Raña, diede l’annuncio ufficiale che il test antidoping effettuato da Sotomayor era stato positivo, rivelando nelle urine 200 nanogrammi di cocaina.

Le autorità annunciarono il ritiro della medaglia da lui vinta a Winnipeg e l’Associazione internazionale delle Federazioni di atletica leggera (IAAF) gli impose una sospensione di due anni. Il suo ritiro dall’atletica fu ipotizzato e la IAAF decise allora di ridurre la punizione a un anno.

Sotomayor annunciò il suo ritiro dall’atletica il 13 ottobre 2001, il giorno del suo compleanno, a causa di continui infortuni ai tendini.

Nel novembre dello stesso anno il test effettuato dopo la partecipazione all’International Athletics Meeting di Tenerife, in Spagna, a luglio, aveva dato risultati positivi per il nandrolone. La IAAF ha confermato l’esito dell’esame nel gennaio 2002. La delibera prevedeva la sospensione a vita.

A Cuba Javier Sotomayor non è solo un personaggio sportivo. Ha fondato un’orchestra di salsa, la Salsamayor. La banda esiste ancora e si chiama Maikel Blanco y su Salsa Mayor. Javier conduce una vita tranquilla, è sposato con Amaya González, dalla quale ha avuto quattro figli.

Aspetta che altri possano superare l’asticella più di lui. E c’è da dire che Mutaz Essa Barshim, il detentore dei record asiatici della specialità, con la misura di 2,43 m all’aperto è davvero a un passo…

Nel Museo Nazionale dello Sport di Cuba hanno posizionato una striscia a 2,45 m.
Javier è stato nominato segretario generale della Federazione cubana di atletica leggera ed è diventato un ambasciatore del Paese, e un tecnico sul campo.