Il Rugby ci insegna a vivere con gli altri

La decisione di andare a vedere la partita di rugby Italia-All Blacks venne presa a giugno, solo che, il test match, si sarebbe giocato il 24 novembre.

Da quel giorno d’estate, per ogni sera che andavo a CasaBlu, Luca mi faceva sempre le stesse due domande: “quanto manca alla partita, quando prenderai i biglietti”.

Sabato pomeriggio era pronto ed emozionato. Siamo arrivati al parcheggio riservato intorno lo Stadio dei Marmi con largo anticipo e con l’accredito dei biglietti tra le mani di Luca.

Tutti i volontari della Federazione italiana di Rugby ci hanno accolti e accompagnati fin dentro lo stadio in un servizio di assistenza ineccepibile. Bravi

Alla fine eccoci sugli spalti della tribuna Tevere a goderci lo spettacolo. Luca aveva capito subito che non era lì per la sua “solita” magica Roma. Lo spettacolo era diverso, il clima era diverso.

In tutti questi mesi di avvicinamento ci siamo visti più volte su youtube, la danza Maori dei neozelandesi, gli avevo spiegato da dove venivano e il motivo per cui sono considerati i più forti al mondo.

Ma Luca voleva vederli giocare e così alle 15:00, dopo gli inni e la magia di quella danza di forza, ha avuto inizio lo spettacolo, sul campo e sugli spalti

Portare Luca allo stadio è la cosa più semplice del mondo, non sembra, lo so, ma vi assicuro che è il compagno ideale. Puntuale, attento, senza mai una pretesa, collaborativo in tutto.

Le sue domande, durante l’incontro, erano le più insolite: dove andranno a cena i giocatori dopo la partita, e che fine ha fatto Martin Castrogiovanni, fino a cercare di capire chi aveva segnato il goal!

Sopra a tutto c’è stato il gioco del rugby che visto da Luca, e con gli occhi poco esperti di un’appassionato come me, dà il senso alle nostre giornate nella loro faticosa e strategica andatura

Una vita che non è perfetta, così come la forma ovale della palla, dove ad ogni tuo contraccolpo, come quella palla, non sai mai dove andrai a finire.

Alla forza di un gruppo che si manifesta ogni giorno in un casa famiglia così come nelle linee di avanzamento dei 15 giocatori, i quali, per fare anche solo un metro, devono passare la palla indietro.

Il rugby è la metafora del nostro impegno. Procediamo considerando ogni passo indispensabile.

Ci uniamo in una mischia in cui non ci sono campioni, ma dai primi agli ultimi, tutti sostengono il gruppo così come fanno Luca, Valeria, Maria Grazia, Cinzia, Stefano, Marco, Lella, Angela, Alessandro Tiziana, Cristina ogni volta che entriamo a Casa Blu

Perché nella vita non conta solo il risultato finale, ma ciò che hai dato prima di ricevere.

Questo è fare comunità, sentirsi parte di una realtà dove avanzi solo se sei in grado di passare la palla a chi il destino lo ha messo indietro, solo un po’ rispetto alla tua vita.

Marco Raffaelli

 

Un saluto da Luca

 

 

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso