Fino agli anni ’60, la corsa su lunga distanza era un mondo esclusivamente maschile, popolato da uomini di età compresa tra i 20 e i 40 anni, quasi tutti tesserati nei club di atletica più prestigiosi.
Le donne erano completamente escluse, costrette a limitarsi a brevi distanze o a non partecipare affatto.
Solo nel 1977 le donne poterono iniziare a prendere parte a competizioni ufficiali, e solo nel 1984 venne inserita la maratona femminile nel programma olimpico. Ma cosa ha portato a questo cambiamento radicale?
La risposta si trova in donne coraggiose come Kathrine Switzer e Roberta Gibb. Nel 1967, Switzer fece la storia partecipando alla maratona di Boston in incognito, iscrivendosi con le sue iniziali per aggirare il divieto. L’anno precedente, Gibb corse la stessa gara illegalmente, e oggi è riconosciuta come la prima donna a completare la maratona di Boston.
Queste atlete pionieristiche aprirono la strada per generazioni di corridori donne, dimostrando che anche le 42,195 km non erano un tabù per loro. Il loro impegno culminò nella creazione di gare internazionali riservate alle donne e nel riconoscimento ufficiale della loro partecipazione nelle competizioni su strada.
Oggi, la situazione è completamente cambiata: le donne sono protagoniste del mondo del running. Negli Stati Uniti, per esempio, rappresentano il 57% dei partecipanti alle gare di media distanza (5 km, 10 km e mezze maratone), con un’età media di 4 anni inferiore a quella degli uomini.
Tuttavia, in Europa, e in particolare in Italia, la strada verso una parità effettiva è ancora lunga. Se nel 2018 solo il 25% dei partecipanti alla maratona di Parigi erano donne, il contrasto con la maratona di New York è netto, dove le partecipanti femminili rappresentano il 42%.
Il progetto onda donna: un nuovo spazio per le donne alla corsa di miguel
La Corsa di Miguel, storicamente dedicata al ricordo del poeta e atleta argentino desaparecido Miguel Sánchez, si è sempre distinta per il suo impegno sociale.
Nel 2025, il progetto Onda Donna si inserisce in questo solco, con un obiettivo ambizioso: aumentare il coinvolgimento femminile nelle attività sportive, sia competitive che non. L’iniziativa si pone come un invito alle donne di tutte le età e di ogni livello atletico a prendere parte alla gara di 10 km o alle attività non competitive, come le passeggiate o semplici sfilate.
L’obiettivo principale dell’Onda Donna è creare uno spazio sicuro, inclusivo e accogliente per le donne, dove possano sentirsi libere di esprimersi e partecipare, da sole o accompagnate da madri, sorelle, amiche e colleghe. Più che una semplice partecipazione numerica, l’evento mira a trasformare la corsa in un luogo simbolico dove le donne possano sentirsi protagoniste e prendersi lo spazio che meritano.
La sfida di gennaio 2025
Con l’edizione di gennaio 2025, la Corsa di Miguel punta a trasformare questo invito in realtà, accogliendo il maggior numero possibile di donne lungo il suo percorso. Il messaggio che il progetto Onda Donna lancia è chiaro: la corsa non è solo una sfida sportiva, ma anche un’opportunità per riappropriarsi di spazi e creare comunità. Il supporto di testimonial donne per promuovere l’iniziativa sarà fondamentale, sia per dare visibilità al progetto, sia per ispirare altre donne a partecipare.
In un panorama ancora caratterizzato da disparità di genere nello sport, la Corsa di Miguel, con il suo focus su valori sociali e inclusivi, rappresenta un esempio di come lo sport possa essere un potente veicolo di cambiamento culturale. Oltre ad essere una competizione, diventa un simbolo della lotta per l’uguaglianza, aprendo la strada a nuove generazioni di atlete pronte a correre verso un futuro più equo.