Il Progetto Filippide non si ferma e “corre” ancora accanto ai suoi atleti

Il “Progetto Filippide” è una realtà bellissima che svolge attività di allenamento e preparazione a competizioni sportive, con soggetti affetti da autismo e sindromi rare ad esso correlate.

Correre con loro è un brivido di vita. Stare accanto ai suoi ragazzi, anche per un attimo, è capire il vero senso del nostro sport.

In questo periodo di emergenza ha dovuto sospendere le attività con i suoi atleti e atlete in quanto non sono nelle condizioni di ottemperare al distanziamento sociale.

Questa interruzione ha comportato situazioni molto gravi e pesanti per le persone con autismo che hanno nell’inclusione sociale il proprio vulnus.” ci riferisce Nicola Pintus il Presidente del Progetto Filippide.

Nicola ci ha raccontato come hanno reagito davanti all’emergenze che stiamo vivendo tutti.

“Come prima cosa è stato necessario, da parte delle famiglie, resettare quanto costruito sulla programmazione quotidiana e settimanale.”

Perché lo sport, è riconosciuto dal mondo medico-scientifico come efficace strumento riabilitativo e terapeutico per tutti i disabili intellettivi e relazionali.

“Di conseguenza la programmazione che permette alle persone con autismo di evitare stati di ansia, di abbandono e di non conoscenza di ciò che succederà è saltata e adesso provate, solo per un attimo, ad immaginare (come succede in questo periodo) di non sapere del domani.”

Le foto sono degli allenamenti al Paolo Rosi di Roma svolti tra febbraio e il 9 marzo

Inoltre, la partecipazione a competizioni sportive in particolare, risulta determinante al fine di acquisire maggiore consapevolezza dei propri limiti psicofisici, di qualsiasi grado, nel tentativo di superarli.

E qui non è venuta a mancare solo l’attività sportiva, ma basti pensare ai ragazzi in età pediatrica a cui è venuta a mancare anche la scuola, a coloro che frequentavano i cosiddetti “centri diurni” che sono stati pur ‘essi chiusi, o e a molte altre attività che sono state forzatamente interrotte.

Pertanto i famigliari si sono ritrovati senza nessuna attività, non solo senza il Progetto Filippide, e con una routine totalmente nuova da inventare completamente.

Inoltre, soprattutto le famiglie, i genitori sia dei ragazzi adulti che di quelli più piccoli, si sono trovati in una dimensione assai ristretta, sia a gestire (cosa non sempre semplice) sia a dover programmare ogni singolo minuto che si vive in casa.

La cosa è molto differente per noi neurotipici!

E dulcis in fundo si sono dovuti affrontare in un ambito abitativo ristretto le “situazioni problema” che com’è ovvio immaginare si sono intensificati.

“Ora rispondere “a distanza” a questo tipo di problematiche non è né semplice, né di facile fruibilità da parte dei partecipanti”.

Sottolinea Nicola Pintus.

Di conseguenza gli operatori del Progetto Filippide si sono attivati su più piani.

“Per le famiglie abbiamo attivato la consulenza dell’Assistente Sociale per intervenire e dirimere piccole e grandi criticità scoppiate maggiormente all’interno del nucleo familiare.”

Hanno creato una serie di tutorial (pertanto con il gioco dell’esercizio imitativo) che potesse essere visto, per chi potesse ascoltato, e soprattutto replicato da parte dei ragazzi.

Le foto sono degli allenamenti al Paolo Rosi di Roma svolti tra febbraio e il 9 marzo

In questo primo periodo di lockdown sono saltati dei momenti alti che l’attività del Progettto avrebbe sostenuto e organizzato.

Il 21 marzo è stata la Giornata Mondiale per la Sindrome di Down, cosi come indetta dalle Nazioni Unite, e davvero molti sono stati i tutorial che le istruttrici a vario titolo hanno fornito alle atlete e atleti di nuoto artistico per mantenere non solo la forma, ma anche la coreografia degli esercizi.

Il 22 marzo si sarebbe dovuta correre la RUN FOR AUTISM, quest’anno con importanti partecipazioni di Delegazioni provenienti dell’estero, ragazzi con disabilità che avremmo accolto dal Libano nella fascia di interposizione garantita dall’UNIFIL, dalla Slovacchia, dalla Spagna, dal Belgio.

“Poi sono venuti i “nostri giorni””

Come ci spiega Pintus. “Vale a dire la Giornata Mondiale sulla Consapevolezza dell’Autismo che cade il 2 aprile e la Giornata Mondiale dello Sport per lo Sviluppo e la Pace del 6 aprile.”

“In tutto questo disordine e per non perdere il “contatto” con gli atleti abbiamo creato un’intensa chat e, la sera, un collegamento con RADIO RAI 1 che ci ha permesso meglio di spiegare il senso di ciò che vogliamo fare attraverso lo sport.”

E’ iniziato cosi, la riproposizione telematica, con quanto di solito propongono con le attività all’aperto, appuntamenti ritmati e scanditi che hanno segnato le giornate dei ragazzi, preparandoli agli appuntamenti quotidiani.

Il tutto con allenamenti collettivi con diretta FB con una buona partecipazione, soprattutto delle famiglie, ma anche con gli operatori, ed è stato per un attimo, come rivivere le giornate che trascorrono negli impianti sportivi all’aperto.

Grazie a tutto il Progetto Filippide per l’alta professionalità, l’impegno e il cuore che mettono in ogni passo accanto ai loro atleti.

Marco Raffaelli

 

Le foto sono degli allenamenti al Paolo Rosi di Roma svolti tra febbraio e il 9 marzo

 

Le foto sono degli allenamenti al Paolo Rosi di Roma svolti tra febbraio e il 9 marzo
Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso