Il maratoneta sostiene che per correre bene devi risparmiare fatica e passi, per questo, dopo l’allenamento, torna a casa sempre in ascensore, anche se abita al primo piano.
Lui non fa mai una mazza, come un gatto si muove silenzioso tra i familiari, e nelle stanze dell’abitazione, scartando buste della spesa, piccole riparazioni e traslochi al mare nel fine settimana.
La sua filosofia è di origine felina per cui è meglio riposare spesso e volentieri.
Il maratoneta alle gare vuole il parcheggio sotto l’arco di partenza e per non perdere un metro arriva in zona gara otto ore prima.
Così succede che gli amici, la mattina presto, lo vedono aggirarsi tra i gazebo delle squadre, da solo, con un’aria felice, in braghe di tela, la faccia rintronata di sonno ma soddisfatto perché ha parcheggiato dove vuole lui.
In ufficio il maratoneta è silenzioso, non fa mai la pausa caffè per non doversi alzare e camminare sui corridoi, pranza da solo per non dover parlare di argomenti che nulla hanno a che fare con la corsa, non scende mai per evitare di fare giri inutili con i colleghi.
Il maratoneta, a modo suo, è una persona molto produttiva, non è complicato volergli bene, basta lasciarlo parlare e dormire quanto basta, ma l’importante è non rompergli i coglioni nello spazio di tempo che non sia compreso da zero a 42.195 metri.
Se anche tu sei un maratoneta nato stanco, metti un like.