Se c’è una cosa che mi ha insegnato la mia terra è l’amore per lo sport, forse perché le possibilità di divertimento sono poche quando sei adolescente negli anni 90 in una città che è più corretto dire che si trova al Nord dell’Africa più che a sud dell’Italia.
Ed è così che passi i tuoi sabato pomeriggio su una pista di atletica, l’unica esistente, un po’ disastrata già allora ma dove ti senti a casa con quelle scarpette chiodate dai colori improponibili ed è così che parecchie giornate di festa e parecchie domeniche passano con un pallone da basket in infiniti “uno contro uno” o altrimenti correndo per il lungomare di San Leone (San Le Unz Unz per gli amici) respirando iodio e guardando i numerosi Kite.
Questa sicula tenacia, questo amore grande per la corsa è perfettamente rappresentato da una famosa squadra siciliana, che porta addosso stampato sulla maglia proprio uno di quei famosi templi della Valle e con quello addosso va orgogliosamente in giro per il mondo a diffondere sorrisi.
I “Leoni” di Palma di Montechiaro come si chiamano loro, i keniani bianchi, come li chiamo io, sono una garanzia, e sono di quelle garanzie che nulla ha a che vedere con il risultato cronometrico, sebbene eccellente, loro sono garanzia di sorrisi, di entusiasmo, di viscerale passione e amore per quello che fanno e che gli si legge in faccia.
E così accade che le maglie arancioni con quel tempio stampato, invadano la capitale ancora una volta, sempre più numerosi, sempre più allegri e sempre più forti.
Vederli così numerosi alla Roma Ostia, correre e vedere le loro maglie in giro in quella che ormai è la mia città, in quella che sento una gara un po’ “mia” mi ha riempito il petto di orgoglio, perché so che il loro entusiasmo è genuino, perché so come si allenano senza piste di atletica, senza i “nasoni” a confortarli quando fa troppo caldo, senza le ciclabili, senza quei privilegi che noi “romani” abbiamo ed a cui non facciamo mai caso.
L’aspetto più bello della “conquista di Roma” da parte di questi atleti è proprio questo, l’entusiasmo, totale, integrale, genuino, vero, nel vederli tutti insieme, nel vederli indossare sorridenti la maglia della gara, nelle foto tutti medagliati e sorridenti e nel vedere una torta a forma di medaglia per festeggiare, una scusa in più per stare insieme, una cosa in più da festeggiare, un motivo in più ancora e ancora per sorridere.
Probabilmente sembrano cose banali per chi legge, forse loro, noi podisti tutti, noi maratoneti, sembriamo dei fanatici ma non è così, la bellezza del messaggio trasmesso da questa squadra va oltre lo sport, oltre il cronometro, oltre la gara ed è: passione, unità, forza, sorriso.
Abbiamo conquistato tutti la stessa medaglia, indossiamo tutti la stessa maglia, siamo tutti vincitori, abbiamo portato un pezzo di Sicilia in giro per il mondo. Abbiamo vinto, tutti.
Peppa Randazzo
Credits photo Gs Valle dei Templi Agrigento Lillo Inguanta