In questa settimana di solitudine ferragostana la città diventa un luogo di solitudini partecipate.
Te ne accorgi girando per le strade del tuo quartiere o intorno a casa dove si crea una sorta di solidarietà con chi incontriamo. Uomini e donne che sentono di stare a vivere una realtà modificata dal vuoto che la circonda.
Anche quando andiamo a correre, lungo i viali e nei parchi, il saluto tra runners è diverso in un momento unico rispetto al quadro annuale delle nostre corse.
Il bello della corsa in solitaria in città d’estate è che vorremmo non finisse così presto.
Succede che in rari momenti dell’anno ci troviamo in un silenzio simile ma diverso, dove con le nostre cuffiette creiamo un ambiente artefatto.
Grazie alla musica del cuore, la playlist creata in vista dell’allenamento quotidiano si palesa il nostro angolo perfetto.
Che sia in pieno agosto o a fine anno, ci definiscono runner solitari perchè ci piace correre e stare da soli, ma in fondo soli non siamo.
Amiamo cercare quel silenzio per trovare la pace, quella pace che in mezzo alla settimana o durante tutto il giorno spesso non c’è.
I quotidiani impegni, la vita stressante che conduciamo e gli incastri tra famiglia, lavoro, figli, scuola, sport sono la matassa attorno alla quale gira il nostro vivere.
E così a volte per difesa ci troviamo soli a contare i battiti e i km e il tipo di attività che stiamo svolgendo.
E corriamo su percorsi improvvisati a passi svelti perché quei passi sono la nostra droga quel nostro senso di libertà al quale non possiamo rinunciare…
Tanti cuori solitari che battono all’unisono, uniti dalla stessa passione che se ci guardi tutti insieme da lontano sembriamo tanti puntini colorati che si muovono in fretta in cerca chissà di che cosa.
In cerca di una meta o un obbiettivo, ognuno il suo consumando energie, logorando ossa scarpe e muscoli.
E non ci basta mai, non ci basterà perchè ogni giorno abbiamo fame di km, come se quei km possano saziare quel senso di vuoto che ci viene ogni volta che non corriamo.