Ho corso insieme a Mario Draghi

Ieri mattina ho corso con Mario Draghi. Insomma, non proprio insieme…

Quando mi alleno al mare faccio un giro che passa davanti casa sua, e ieri sono capitato nel momento esatto in cui stava chiudendo il cancello per andare ad allenarsi sotto gli sguardi attenti di una nutrita scorta.

Senza esitazione Mario si è guardato intorno e una volta sistemato il cappellino ha iniziato a correre.

Ero un metro davanti a lui e basta per dire che abbiamo corso insieme.

Per uno che lavora da una vita con le informazioni finanziarie, essere stato accanto a Mario Draghi, è come aver corso con Eliud Kipchoge e fermato il cronometro a 1h59’40”, subito dietro di lui.

Mentre correvo pensavo alla storia di uno degli uomini più potenti e al ruolo che ha avuto nella finanza mondiale e vedermelo con pantaloncini e cappellino, su un lungo mare come tanti, ha rimesso in ordine le cose che riguardano la persona e non l’Istituzione che ha rappresentato per anni.

Dietro di me non c’era l’ex Presidente della BCE e il probabile prossimo primo ministro del governo italiano. Un uomo le cui decisioni monetarie hanno riscritto le regole dei mercati finanziari, salvato le sorti di decine di banche e relativi paesi.

L’incedere che sentivo in quel passetto lento e costante era quello di uno dei tanti sportivi che la mattina presto escono di casa a correre per stare in forma, insomma c’era uno come noi. Potere dello sport.

Ma se è vero che da un grande potere deriva una grande responsabilità e sei arrivato ad avere il tuo nome sulle banconote di una intera area economica è perché quella responsabilità è a garanzia dell’intero sistema.

Da europeista convinto penso che senza uomini come super Mario e il suo coraggio, oggi saremmo stati in condizioni impensabili per noi e il futuro dei nostri nipoti.

Istituzioni come l’Europa hanno avuto un ruolo superiore e ci hanno  protetti  e salvati da un’economia a volte drogata da meccanismi spregiudicati.

Perché in questi ultimi 20 anni abbiamo “gareggiato” con presenze spietate che non rispettavano le regole.

Come quando sei in gara e parti sapendo che ti batteranno non per le capacità superiori degli avversari ma perché c’è chi vuole solo riscrivere le regole a proprio favore, durante la competizione.

Tagliatori, dopati, atleti irresponsabili davanti a ingaggi e premi finali. Finti giovani o anziani che giocavano a fare i giovani e che pur di accaparrarsi un risultato importante hanno fatto cose impensabili.

La performance sportiva ha molto in comune con l’andamento dei mercati finanziari degli ultimi anni.

Nel vedere correre Mario Draghi ho pensato e sperato che un uomo così potente possa mettere in pratica aspetti dello sport anche nella gestione del bene comune che cambierebbero in meglio lo scenario attuale.

Il rispetto delle proprie capacità fisiche, inteso come limite da cui partire per migliorarsi o impostare un passo di crescita lento e costante di un paese, senza dover avere necessariamente una economia con tassi di crescita a due cifre.

La consapevolezza delle proprie dotazioni per non rischiare di fermarsi su terreni impervi, così come un popolo senza una tecnologia adeguata incapperebbe in un declino immediato davanti a sfide impari con paesi più forti.

Il risultato finale non è misurato sempre da una classifica, la felicità che ci procura lo sport non è solo legata ad un livello ordinale degli arrivati, ma anche dalla capacità che ciascuno di noi ha nel saper vivere l’evento emotivamente per quello che possiamo percepire mentre partecipiamo.

Nella stesso approccio la crescita del nostro PIL potrebbe aumentare di più se tenessimo conto di aspetti che rendono un popolo felice di ciò che è diventato e fiero di voler difendere la propria storia.

Infine, il rispetto degli avversari, delle minoranze e il sostegno di scelte pubbliche lungimiranti sono condizioni essenziali che ci farebbero correre tutti meglio, in una maratona che non lascerebbe indietro nessuno, neppure Mario Draghi su un lungo mare d’estate.

Marco

 

Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso