Gioie e dolori della moglie del runner 2.0

Oggi voglio parlare ancora di una figura che è una costante nel mondo volubile del running cioè la moglie del podista.

Già, proprio noi, quelle che quando suona la sveglia alle 05.00 del mattino e lo vediamo uscire vestito tipo uomo ragno per la sua corsa “facile”, ci insacchiamo ancora di più sotto il piumone bofonchiando un «bah!».

Noi, donne del runner medio, che per non fargli prendere un etto di grasso gli cuciniamo come un nosocomio di provincia.

Noi, che dopo la dieta a Zona e la dieta Ducan ci becchiamo anche la luna nera dell’amico nutrizionista: e allora via con latte di soia, bocconcini di soia, carboidrati di sera, verdure crude a pranzo e cotte a cena, legumi legumi legumi che s’è fatto anche vegano (lui), niente dolci la sera (non sia mai te se presenta er picco glicemico di notte!).

Ma non erano le donne quelle fissate per la linea??

Noi, donne del podista, che fino a ieri se gli dicevi che volevi i manicotti (ma di Liu Jo) lui ti guardava stralunato, e oggi li usa ad ogni gara e per giunta multicolori perché fanno fico.

Noi, sante donne del podista incerottato, che Candy Candy può pure cambiare mestiere. Noi, che viviamo tra bandellette infiammate, ginocchia che fanno male, talloni che vivono di vita propria, tendini che si rivoltano contro, caviglie che si ammutinano e decidono di gonfiarsi come zampogne.

Noi, donne del podista che ci crede, che ci spelliamo le mani per applaudirli all’arrivo, ci roviniamo la vista a cercarli tra la folla sulla finish line, che perdiamo la voce per urlarvi «vai amoreeeee!!!». E all’arrivo: «Bravo bravo bravo … mo’ basta però, è?».

Noi, che ogni gara corsa la domenica mattina ve la facciamo scontare con recuperi notturni di figli  in discoteche di provincia, assi da stiro pronti in casa e relativi cesti di panni, e infine cantine da rassettare.

Noi, donne del podista amatore, che per stargli vicino abbiamo cominciato a correre pure noi. E, guarda un po’, ci è piaciuto!

Noi, povere donne del podista sentimentale, che incredule perché finalmente ci ha regalato una cenetta esclusiva in un ristorantino romantico, ci ritroviamo intimamente a cena con altri tre podisti e rispettive mogli a parlare amabilmente di corse.

Noi, affrante donne del podista, che una sera, libere da bambini, mamme, zie, cani, gatti, ecc. – sfoggiamo un completino niente male, ma quando arriviamo in camera da letto già dorme perché domani ha il lungo.

Noi sagge donne del podista,  in questa realtà di grida di dolore e facce sfrante per l’ennesima ultra maratona, di entusiasmi per il prosciutto vinto alla garetta di paese e delusioni per il mancato pb, tutto sommato non ci stiamo poi così male.

In fin dei conti, ciò che è importante nella vita a due è la comprensione anche in mezzo alla burrasca, anche quando tutto gira con un no. Perché oggi stare insieme è avere ancora la voglia di sostenersi per una ripetuta

(e non solo in pista!)

Alessia Panci