Un gigante che rischia improvvisamente un collasso. É questa l’immagine che può rappresentare oggi l’Etiopia.
Prima economia del Corno d’Africa, secondo Paese più popoloso del continente, esempio di sviluppo vantato dall’occidente, tutto questo nelle prossime settimane potrebbe essere soppiantato dalla deflagrazione sociale e politica della nazione.
Come racconta Mauro Indelicato per InsideOver un sito d’informazione dedicato agli esteri attivamente partecipato dai lettori attraverso il crowdfunding.
Gruppi di ribelli stanno avanzando verso la capitale Addis Abeba, verso cioè quella città che con il suo boom edilizio e le sue nuove infrastrutture all’avanguardia a un certo punto ha rappresentato l’essenza stessa dello sviluppo etiope.
Il fatto che il premier Abiy Ahmed, nobel per la pace del 2019, abbia esortato i cittadini della capitale a combattere è sintomatico di una situazione che sta sfuggendo di mano. Con conseguenze nefaste per l’intera regione.
Alla chiamata ha risposto Haile Gebrselassie, uno dei più grandi maratoneti nella storia dell’atletica mondiale, con 26 record mondiali e la vittoria di 4 campionati mondiali, e 2 ori olimpici.
È attualmente primatista mondiale dei 20000 m piani e primatista africano del record dell’ora, stabilito nel 2007 ad Ostrava (Repubblica Ceca). È considerato uno dei più grandi mezzofondisti e fondisti della storia.
Haile Gebrselassie ha promesso di unirsi alla lotta contro le forze ribelli nel suo paese.
Si sente obbligato il piccolo grande uomo perché l’esistenza dell’Etiopia è in pericolo. Ha sempre creduto che lo sport riguardasse “la pace e l’amore tra i popoli” ma ciò nonostante ha ribadito la sua decisione di unirsi alla lotta contro le forze ribelli del Tigray e i loro alleati.
Il conflitto contro i ribelli dura da un anno, con migliaia di vitime, costringendo più di 2 milioni di persone ad abbandonare le proprie case e ne ha lasciate 400.000 nella carestia.
I mezzi di comunicazione di governo hanno riferito che il primo ministro Abiy Ahmed era andato a comandare lui stesso la guerra dal fronte.
Haile ha definito il conflitto una minaccia per l’Etiopia e una per tutta l’Africa.
In un’intervista nel suo ufficio della capitale, dove gestisce più di una dozzina di aziende impegnate nell’ospitalità, nel settore immobiliare, nell’agricoltura e nell’istruzione, Haile ha parlato del ruolo che è disposto a svolgere nella guerra.
“Ti aspetti che io faccia la mia parte fino alla morte? Sì, questo è il prezzo finale in una guerra“, ha riferito alle agenzie stampa.
“Non credete che io possa restare qui seduto ad aspettare che le cose migliorino, la guerra verrà alla mia porta. Verrà a casa mia. Non sapremmo quando arriverà. Non sapremmo chi farà cosa.”
Haile è un uomo di sport e d’affari molto influente nel continente africano e nel suo paese dove ha investito tutto ciò che ha guadagnato nelle gare in giro per il mondo.
Il popolo lo ascolta e lo rispetta, speriamo che le istituzioni internazionali ascoltino il suo grido di dolore e riportino la pace in una terra difficile ma piena di speranze.