In un recente articolo, il nostro coach Stefano La Cara, fa una domanda ai suoi lettori: “Preferite farvi 120km in bici o 4 ore?”. Dall’alto della sua esperienza di preparatore e atleta, introduce un argomento molto combattuto nella vita di chi fa sport di endurance e non solo.Il tema è quello della ottimizzazione del tempo e dello spazio che lo sport si prende in relazione al resto della giornata.
Stefano aggiunge “ preferisco parlare più dell’aspetto organizzativo che, sempre per un amatore, resta la cosa più importante nel trovare il giusto equilibrio tra famiglia/lavoro/triathlon.”
E così siamo giunti al nodo centrale di questo articolo. Le priorità e l’equilibrio tra le cose che stanno nelle nostre vite. Ne ho parlato con amici che fanno tanto sport e in casa. E la visione del nostro tempo ha una doppia lettura.
La scala delle tue priorità è fatta di sport, famiglia, sostegno al prossimo, lavoro.
E quindi?
Niente, per te è importante al mattino prima stabilire lo sport del giorno e poi tutto il resto
Sì, ma messo così è riduttivo.
Ma è così…
Allora provo a spiegare questo scambio di punti di vista. Quando non mi alleno a casa si preoccupano, “papa non corre/nuota/pedala oggi ? che ha? sta male?”
Inoltre, in più di 20 anni, le hanno viste tutte, ho fatto di tutto e quindi la giostra gira bene senza rotture di palle da fobici dell’allenamento a ogni costo. Spero che molti di voi capiranno il senso diverso che diamo alle priorità. Non si tratta di una scala, ma di una visione dove i diversi aspetti sopra citati sport, famiglia, sostegno al prossimo, lavoro non sono in una classifica.
Sono su un piano di lavoro dove lo sport non sta sopra o sotto, ma avvolge tutto. Lo chiamo il cappotto d’inverno, correre-nuotare-pedalare, camminare intorno a un parco la sera o anche saltare con un sacco di juta, ti fa stare meglio in tutto ciò che farai prima e dopo.
Lo sport ti copre dai malanni, ti fa essere più cordiale, accogliente e sereno, quasi sempre.
Eh ok ma questo lo dici tu, solo che visto da fuori sembra che lo sport governi ogni cosa e sia la sola che conti per te.
Sì, un po’, ma non del tutto, in quanto ciò che conta e l’equilibrio delle scelte, e da tale punto di incontro si creano relazioni collaborative, altrimenti diventi un misantropo e imponi invece di condividere.
Come mi ha detto l’amica Federica Gravante (Mental Sport Coach) “a volte ciò che noi pensiamo che gli altri vedono è totalmente diverso da quello che vedono realmente. Di conseguenza quello che per noi è normale per altri può sembrare un’assurdità e viceversa !”
La visione di una vita sport centrica può spiazzare, ma se la calibri su un mondo condiviso diventa un volano per tutti.
Ditemi, cosa c’è ogni giorno sul vostro piano di fatti e persone? avete anche voi il cappotto che vi fa stare meglio in tutto ciò che farete prima e dopo lo sport?