Correva l’anno…1977

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Nel 1977 avevo 15 anni e tutta la voglia del mondo di fare sport. L’Italia era un paese diverso rispetto a oggi, sotto molti punti di vista.

Per correre bastava poco: una scarpa da ginnastica, una maglietta di cotone, pantaloncini e via per le strade della città.

Ricordo bene quella domenica di ottobre, quando lessi su un trafiletto del Messaggero, che al mattino si sarebbe svolta la Corri per il verde con partenza dal Campidoglio.

La Corri per il verde è una delle manifestazioni podistiche più longeve d’Italia, organizzata per la prima volta nel 1970 dall’allora Unione Italiana Sport Popolari, oggi UISP (sport per tutti).

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Lo striscione della UISP sulle scale che portano alla sala Giulio Cesare in Campidoglio.

Era l’occasione per scendere sotto casa o al parco pubblico e stare insieme, sfidando la paura degli anni di piombo e provando a riappropriarsi di una vita sociale fin troppo sacrificata tra austerità e tensioni internazionali.

In quell’anno il Festival di Sanremo era presentato da Maria Giovanna Elmi e Mike Bongiorno e aveva come commentatori radiofonici Adriana Asti e Umberto Eco, vinsero gli Homo Sapiens con “Bella da morire” e per la prima volta si svolse al Teatro Ariston che divenne da allora sede permanente del Festival.

Ero così felice di fare una corsa nel centro di Roma che mi organizzai all’istante e arrivai all’ultimo secondo quando già stavano partendo tutti.

Nella fretta mi attaccai il pettorale al contrario e mi buttai giù per la scalinata del Campidoglio all’inseguimento dei gruppi di podisti senza neanche cambiarmi.

Nonostante fossimo in piena escalation da terrorismo eversivo, con 2128 attentati avvenuti nel corso dell’anno, le strade di Roma erano piene di gente.

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Via dei Fori Imperiali con i podisti e le auto accanto

Il percorso era esattamente lo stesso di decine di gare fatte in questi anni, si passava a Piazza Venezia, per poi girare a via dei Fori imperiali, girare intorno al Colosseo (in quegli anni era praticamente una rotatoria con le macchine che ci passavano sotto) e allungare su via di S. Gregorio, Circo Massimo e risalire da via del Teatro Marcello.

Da qui si riprendeva Piazza Venezia per poi imboccare via del Corso, il tutto fu una corsa senza tregua cercando di recuperare posizioni.

A piazza del Popolo ebbi un sospiro di sollievo: iniziava la salita al Pincio, il mio punto forte. Leggero e magro avanzavo senza fatica apparente, anche se ero vestito con un abbigliamento improbabile: la camicia di flanella a quadri ed il giubbetto erano troppo caldi.

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Daniele Silvioli e quel pettorale messo al contrario….

Fu un anno particolare quel 1977 con grandi cambiamenti e poche certezze tra cui diciassettesimo scudetto della Juventus e la fine ufficiale delle trasmissioni di Carosello poiché la Rai passò agli spot pubblicitari attuali, muore Elvis Presley e Jimmy Carter è ufficialmente il nuovo presidente degli Stati Uniti.

Un’ottobrata romana come da tradizione, calda e lunga mi intimò che era meglio slacciare collo e polsini della camicia, ma nulla cambiava, nel frattempo intravidi un maggiolino cabrio con una telecamera che riprendeva l’evento, a proposito per noi ragazzi il tubo catodico in quell’anno si accese di una luce nuova perché ebbero inizio ufficialmente le trasmissioni televisive a colori della Rai.

Cantavamo i successi di Battisti come “Amarsi un po’” e ballavamo i migliori pezzi della discomusic americana, era pur sempre l’anno de “La Febbre del Sabato Sera” e Tony Manero con i pezzi dei Bee Gees era un mito per tutti.

I podisti mischiati ai passanti sulle scale che scendono dal Campidoglio

Dopo pochi metri con l’obbiettivo del cameraman puntato contro capisco che sono nell’inquadratura e non di certo per il passo ma forse perché, nonostante avessi un improbabile abbigliamento, avevo raggiunto quelli davanti, quelli con le scarpe buone e le canotte sportive…

Le mie di scarpe non erano all’ultimo grido e a noi ragazzi non interessava la moda nello sport.

Volevamo solo correre ed essere leggeri, per un paese che aveva messo i sacchi di sabbia vicino alla finestra avevamo voglia di correre, sorridere e andare incontro agli anni ’80 con il cuore in gola e i sogni oltre il traguardo.

A proposito le telecamere erano quelle della RAI in quanto la Domenica Sportiva a quel tempo, come sigla di chiusura, utilizzava un video di un evento sportivo avvenuto nel week end.

Poteva essere una corsa, una traversata dello stretto, una gara di pattinaggio, qualsiasi evento di sport che non fosse il calcio.

Quella stessa domenica la Corri per il Verde di Roma fu trasmessa come sigla di chiusura e  l’indomani a scuola tutti mi guardavano con un’aria stupita…

Daniele Silvioli
Rappresento l’anima interiore e saggia di Storiecorrenti. Mi piace non apparire troppo, restare dietro le quinte a dipingere la scena e a suggerire le battute giuste. Aiuto a non divagare, a semplificare e a centrare l’obiettivo della comunicazione sportiva!