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Author Archive for: "Alice Betto"

Author Archive for: "Alice Betto"
This author has not yet written his bio.Meanwhile let's just say that we are proud Alice Betto contributed with 4 entries.
Cari Lettori,
Mentre vi scrivo mi trovo sull’aereo che mi riporterà in Italia.
Rientro dopo 2 settimane di training camp a Fuerteventura, con il gruppo della Nazionale Italiana. Porto a casa un buon periodo di allenamento, utile per porre le basi prima dell’inizio del periodo agonistico.
In un periodo così complicato, come quello che stiamo vivendo, è difficile pianificare un calendario definitivo, in quanto potrebbe essere soggetto a variazioni dell’ultimo minuti. Nonostante questo problema non indifferente, l’atleta professionista continua a lavorare cercando le condizioni migliori per svolgere la propria attività al meglio.
La scelta di partire per Fuerteventura non è stata presa a cuor leggero, sappiamo quanto sia complicato viaggiare in questo periodo, e soprattutto quante accortezze bisogna avere stando in giro.
Tutto questo fa parte anche del lavoro dell’atleta.
La vita del triatleta spesso è itinerante, sia per ragioni di calendario gare, sia per la ricerca di luoghi ideali dove svolgere le 3 discipline (nuoto, bici e corsa).
Negli anni ho viaggiato tantissimo, ho scoperto luoghi che non avrei mai pensato di raggiungere. Confrontarmi con altri atleti e condividere momenti di allenamento mi ha permesso di crescere tantissimo sia come atleta che come persona.
Adesso che tutto questo è venuto un po’ a mancare, si sente la necessità di cercare risorse più dall’interno.
Queste due settimane trascorse all’interno del centro sportivo di Las Playitas, mi hanno portato a rivivere il mio sport con più spensieratezza, aiutandomi anche a ritrovare la concentrazione e la motivazione verso i miei obiettivi.
Avere la mente sgombra da pensieri, per quanto sia possibile, permette di svolgere gli allenamenti con un altro approccio. Avere allo stesso tempo poche distrazioni e rari momenti di aggregazione, è l’ideale in questo momento storico.
Fare sacrifici fa parte dell’essere atleta, perché come spesso dico:
“non si è atleti solo sul campo gara, ma anche nella vita”.
Il periodo di allenamento appena trascorso, pur essendo stato intenso e faticoso, mi ha ricaricato le batterie mentali e fisiche, che sono andate esaurendosi lo scorso anno, avevo proprio bisogno di ritrovare continuità e carica positiva per affrontare questo nuovo anno agonistico.
Non si ha ancora nessuna certezza del domani, ma sono convinta che il nostro domani lo possiamo costruire lavorando bene oggi!
Buon allenamento e al prossimo articolo.
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Alice Betto
Il mese di gennaio è sempre un mese delicato, per certi versi il più importante dell’anno, in cui si tirano le somme dell’anno appena terminato e si imposta il nuovo piano di lavoro con i nuovi obiettivi.
Dopo i bagordi di Natale e Capodanno è sempre piacevole riprendere le buone abitudini e definire i buoni propositi per l’anno che deve iniziare.
Normalmente si è più predisposti al sacrificio dopo che si è stati appagati da qualche piacere.
Proprio per questo motivo, anch’io che sono un’atleta professionista, mi concedo qualche strappo alla regola in più prima di tornare a lavorare duramente per i traguardi che mi sono prefissata.
Come già accennavo negli articoli precedenti, per me è molto importante la ricerca dell’equilibrio interno, gli eccessi non portano mai sulla buona strada.
Nell’ultimo articolo ho affrontato il tema della nutrizione ed integrazione, dal punto di vista di un’atleta non dal punto di vista di un nutrizionista (ci tengo a fare questa precisazione, in quanto non sia la mia professione), concentrando l’attenzione non sulla rinuncia ma sul corretto rapporto con il cibo, come fonte di energia.
Una domanda sorge spontanea:
Ma un’atleta come si regola durante i periodi di Festa (Natale e Capodanno principalmente)?
La mia esperienza negli anni mi ha insegnato a onorare le feste perché parte della nostra tradizione, non saranno due settimane fuori dalle righe a rovinare una stagione agonistica.
Il calendario del triathlon nazionale ed internazionale ha inizio normalmente nel mese di marzo, questo vuol dire che c’è tutto il tempo per costruire una condizione fisica ottimale nell’arco di 3/4 mesi, che prevedono normalmente un lavoro di costruzione di base che incrementa di mese in mese.
È del tutto inutile avere delle fissazione in periodi così lontani dalle gare.
Lo spirito di sacrificio è maggiore quando si ha la consapevolezza di dove si vuole arrivare, il traguardo è sempre il punto di arrivo di un percorso in salita, ogni tappa del percorso si raggiunge a piccoli step, ogni step è una rinuncia in più e tanto duro lavoro.
Iniziare questo percorso avendo già rinunciato a tutto spesso non da margini di miglioramento.
Per me ogni anno è come scrivere un capitolo nuovo dello stesso libro, cioè della mia storia, mi piace vedere l’evoluzione del mio fisico e della mia condizione sia atletica che mentale.
Spesso mi capita nei giorni che precedono una gara di osservarmi allo specchio e di capire esattamente a che punto del percorso mi trovo, mi basta uno sguardo, perché ogni muscolo del mio corpo mi comunica qualcosa.
Lavorare con il proprio corpo permette di cogliere anche queste sfumature.
Buon allenamento e al prossimo articolo.
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Alice Betto
Cari lettori,
Oggi vorrei parlarvi di un argomento dolce/amaro su cui spesso ci poniamo tanti interrogativi e, a tal proposito, vi faccio subito una domanda: quante volte vi siete sentiti in colpa dopo aver mangiato un dolce?
Immagino che anche a voi – come a me – sia capitato almeno una volta!
A questo punto sorge spontaneo chiedersi come mai non siamo riusciti a resistere a quella tentazione ed evitarci così i sensi di colpa. Le risposte potrebbero essere svariate, ma sicuramente sopra a tutte c’è il piacere che il buon cibo ci evoca.
Se questo buon cibo non fosse solo un peccato di gola, ma una giusta ricompensa dopo un’attività fisica? Allora non sarebbe più un senso di colpa?
Da quando sono atleta professionista ho capito quanto sia importante nutrirsi correttamente, vedendo nell’alimentazione la mia naturale fonte di energia, oltre all’integrazione vitaminica altrettanto importante.
Per fare questo mi sono affidata ai consigli di un nutrizionista esperto, una figura competente che mi insegni a vedere nel cibo un amico e non un nemico.
Imparare a nutrirsi correttamente non vuol dire rinunciare al gusto, anzi, è con il gusto che inganniamo la mente e facciamo del bene al nostro corpo.
Il Triathlon è una disciplina complessa che unisce tre sport, nuoto bici e corsa, molto differenti tra di loro e, se presi singolarmente, richiedono caratteristiche fisiche diverse, così il corpo di un triatleta deve essere in grado di raggrupparle tutte.
Non è certo una cosa semplice, è un processo che richiede sicuramente un po’ di tempo. Non bisogna mai scoraggiarsi, perché il nostro corpo è in grado di abituarsi a tutto, basta volerlo.
Anch’io nel mio piccolo ho subito una trasformazione fisica: sono cresciuta praticando danza classica e nuoto per poi approdare al triathlon all’età di 22 anni, dopo aver corso tre maratone: una vera e propria metamorfosi.
A dirvi la verità quando iniziai a correre lo feci proprio per mantenere la linea e per non rinunciare al piacere della tavola.
Vi confesso che sono una vera buongustaia e anche una discreta cuoca, diciamo che mi diletto in cucina.
Investire tempo tra i fornelli è un vero hobby, oltre ad essere anche un escamotage per ingannare il senso di fame; infatti più cucino e più mi sazio con i profumi e con la vista.
Tra i miei cavalli di battaglia in cucina ho sicuramente i risotti, da buona lombarda porto avanti la tradizione pur vivendo a Roma già da 5 anni.
Durante il periodo del lockdown ho sperimentato molto in cucina (come immagino tantissimi di voi), le sperimentazioni che più mi hanno dato soddisfazione sono state con il pane e la pizza a lunga lievitazione.
Non potrei mai rinunciare alla pizza, così ogni tanto mi concedo una cena free.
Non essere troppo rigidi con se stessi fa bene alla mente e al corpo.
Il mio intento è trovare un balance in ciò che faccio, nello sport come nella vita.
Gli eccessi, a parer mio, non portano da nessuna parte.
Nella prossima rubrica vi porterò nel mio rituale alimentare dal pre al post gara.
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Alice Betto
Cari lettori,
siete pronti ad immergervi in un nuovo mondo che si chiama triathlon e che non ha niente a che vedere con quello degli altri sport?
Allacciate le cinture, iniziamo un viaggio insieme verso il mondo di Alice!
Chi è Alice?
Alice è una triatleta professionista della Nazionale Italiana.
La mia storia sportiva è iniziata un po’ per gioco e un po’ per sfida. Terminato il liceo decisi di chiudere con il nuoto a livello agonistico, che mi aveva accompagnato per gran parte della mia adolescenza, per immergermi negli studi; scelsi l’Accademia di belle Arti di Brera indirizzo Restauro.
Per 2 anni l’idea di praticare uno sport non mi sfiorò minimamente. Fino a quando spinta dal mio compagno non iniziai a correre per tenermi in forma. Ammetto che qualche chiletto lo avevo messo su dopo il liceo!
Nel giro di poco tempo ho corso 3 maratone, Verona, Padova e Milano, con un personale di 3h.
Da cosa nasce cosa, così dalla corsa presi anche la bici, senza ancora sapere dell’esistenza di uno sport chiamato triathlon!
La bici fu il mezzo che mi fece letteralmente innamorare di questo sport: correndo ci si sente liberi mentre in bici ci si sente padroni del mondo.
Voi direte “ma il triathlon?”
Il triathlon fu il passo successivo, spinta dal mio ex allenatore di nuoto Gianni Leoni, con cui ho tuttora un bel rapporto, mi buttai in questa nuova avventura.
Ecco che nel 2009, all’età di 21 anni iniziai a praticare uno sport che nel corso degli anni ha cambiato letteralmente la mia vita!
Il passaggio alla triplice è stato abbastanza naturale, a parte lo shock iniziale (di cui vi parlerò più avanti): mettere insieme tre sport fu quasi più semplice che praticarne uno soltanto.
Voi vi chiederete come sia possibile, ma vi garantisco che il bello è proprio variare gli allenamenti e le discipline.
Scordatevi la monotonia!
Ve lo dice una che ha praticato anche lo sport individuale a livello agonistico.
Da quando pratico triathlon anche il mio modo di pensare e di vivere hanno subito un’evoluzione.
Infatti, vedersi nuotatrice, ciclista e podista è come sentirsi tre persone in una e ci si abitua a pensare per tre; questo approccio si finisce per applicarlo nella vita di tutti i giorni ed in tutti i campi.
La propensione ad essere multitasking caratterizza sicuramente un triatleta.
A volte può essere anche eccessivo, in me -ad esempio- la voglia di intraprendere più progetti e di darmi più obiettivi è così spiccata che spesso faccio fatica a gestire tutto.
Non so se vi capita mai di voler fare troppe cose e rischiare di non portarle a termine tutte. A me qualche volta sì!
Nonostante la mia vita sia incentrata sul triathlon, continuo a non rinunciare a quelle che sono le mie passioni legate alla sfera creativa che risiede dentro di me.
Senza questi piccoli e rari momenti non sarei in grado di dare sempre il massimo negli allenamenti.
Penso che la mia forza sia riuscire a staccare con la testa dallo sport, quando ho l’opportunità di farlo, che altrimenti diventerebbe un’ossessione e non più una passione ed un divertimento.
Mentre per un amatore lo sport è quella valvola di sfogo che aiuta a staccare dal lavoro e dai problemi di ogni giorno, per il professionista lo sport è lavoro, pur essendo il lavoro più bello del mondo (a mio avviso), a volte è bene sapersi distaccare per ricaricare le batterie.
Quando vi scrivo che ho la fortuna di fare il lavoro più bello del mondo, non esagero!
A volte mi sento come una bambina mai cresciuta, finché il mio corpo seguirà la mia mente non smetterò di sognare nuovi traguardi sportivi.
Una bella opportunità che da oggi condividerò con voi.
Alice Betto –