Quando la corsa è amicizia, passione e condivisione…(anche questa volta)

Ci risiamo, si avvicina la fine dell’anno e rileggendo i vecchi post la sensazione è di uno scomodo “deja vu”.

Sono tante le vicende sportive e personali con cui inondiamo la rete, ed è vero che l’essere umano è incline a dimenticare presto i suoi misfatti. Tendiamo a rimuovere o sapientemente a mascherare con candidi post di amore ed amicizia imperitura un fastidioso passato.

Salvo poi accorgersi che le relative foto a corredo crudelmente ci sottolineano la scomodità di fondo: l’amore e la sportiva amicizia cambiano soggetto e destinatario con cadenza annuale, semestrale nei casi peggiori, biennale nei casi migliori.

Perché se per un paio di cicli di stagioni podistiche sei stato amicizia-passione-condivisione, basta un cambio di casacca e entri nell’oblio altrui. Eppure sei sempre tu, sempre lo stesso di quelle foto medagliate tutti insieme e tutti felici.

Nel frattempo che hai fatto di male? Con quale mostro ti sei andato a confondere?

Dopo averle lette e viste tutte non ci domentichiamo che è di sport che stiamo parlando e non sono affari, non sono amori traditi, non è parentela scomoda da dover rispettare nelle feste comandate. Siamo liberi pensatori in pantaloncini e scarpette.

Pensa che bello se tutta l’energia segregante la usassimo a fin di bene, potremmo cambiare davvero il nostro piccolo mondo, eppure nelle vite atletiche transitano passaggi a volte non comodi, vicende poco chiare. Di fondo resta la mancanza di un confronto e la chiusura da una delle parti.

Alla luce di questi rapporti asimmetrici dovremmo essere consapevoli che ci vuole poco per capire che guerre siffatte causano solo feriti e nessun vincitore.

Nel frattempo, sul campo di gara le amicizie podistiche si sono disciolte come neve al sole, basta poco, un fraintendimento, una visione diversa della corsa, una diversa frequentazione tra runners e senza dimenticare il distruttivo chiaccericcio da spogliatoio o da gazebo.

Lo screenshot selvaggio viene usato come arma di distruzione di massa: commentato, analizzato, giudicato, viene eretto a prova accusatoria e sbandierato come un’impietosa mannaia sull’inconsapevole oggetto della imminente macchina del fango…

Quanta inutile fatica direte voi, e pensare che non c’è un piano di  allenamento adeguato, resta solo un vuoto che non sai più come colmare perché amicizia-condivisione-passione tu l’avevi trovati, ora hai solo perso un po’ la memoria.

Allora amico mio se riguardi bene i tuoi ricordi vedi che sono ancora accanto a te, ogni domenica, basta riprendere un dialogo costruttivo che farà del bene a tutti, corsa compresa.

Marco Raffaelli

 

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso