Alessia Gallegati e il suo deserto

Corro da sempre, in città, nei parchi, in vacanza, in trasferta per lavoro, ritagliando tempo da una vita frenetica piena di doveri e piaceri familiari e professionali.

Corro per pensare, per non pensare, per bruciare energie, per rilassarmi, per riflettere.

Corro perché non potrei non correre.

Un giorno mi imbatto in un articolo: “Allenamento nel deserto con Marco Olmo”.

Scrivo, chiedo informazioni. Marco Olmo. Chi è Marco Olmo? Dopo una breve ricerca sul web mi rendo conto che è una leggenda. Faccio due conti, organizzo il mio  tempo e prenoto l’esperienza.

A due mesi dalla partenza si acuisce una infiammazione del nervo piriforme e fino alla partenza vado solo a nuotare e farmi “manipolare” la parte malata.

Due giorni prima della partenza nevica a Roma e mi crogiolo nel pensiero del caldo secco che avrei trovato a breve in Marocco. Sarà l’emozione o la sfiga… la notte stessa mi viene una labirintite, lo capisco dopo aver descritto i sintomi al mio medico, per me era come se fossi sotto effetti devastanti di una sbornia colossale.

Il 3 Marzo parto, sul taxi che mi porta in aeroporto, il pensiero fisso è: “Dove cavolo vado?”

Destinazione Merzouga, un agglomerato di casette al confine tra Marocco e Algeria.

Conosco a Casablanca i componenti del gruppo: siamo in tutto una trentina, di tutte le età e provenienze, accumunati da una voglia folle di correre nel nulla.

Le nostre guide e mentori sono Marco Olmo, “il mitico” e Alberto Rovera , grande sportivo e organizzatore di questa splendida avventura da tanti anni.

Trascorriamo 5 giorni di pura adrenalina e divertimento.

Marco è di poche parole ma incisivo e illuminante nella tecnica del passo, nel modo di affrontare un terreno così difficile, nel regolare il fiato e la concentrazione.

Lo vedi volare, lui sfiora la sabbia. Intorno solo caldo, silenzio, il giallo delle dune, ogni tanto incontriamo bambini curiosi che ci vengono incontro o dromedari sdraiati all’ombra di qualche palma.

Il tempo sembra immobile. Il nostro unico impegno è tenere la fatica e la mente che in continua alternanza perde e riacquista lucidità. Ogni giorno è una sfida, una lotta con se stessi, un “non mollare mai” anche quando pensi di avere esaurito le riserve… ce ne sono sempre di più di ciò che pensiamo!

I momenti di relax e dei pasti sono occasioni d’oro  per conoscerci, per fare tesoro delle esperienze degli altri, per raccontarsi e fare chiarezza nei propri ricordi, nella propria storia.

Alberto ci racconta di una scuola che grazie al suo impegno e a quello dei suoi amici ha costruito nel villaggio vicino. Ogni anno i runners che partecipano all’avventura portano materiale didattico e vanno a fare visita ai bambini. Tocca anche a noi e si rivela un momento magico di grande intensità emotiva.

L’obiettivo dei 5 gg di allenamento è partecipare alla Maratona di Merzouga, evento importante seguito da tutto il Paese in cui convergono i più forti maratoneti dell’Africa del Nord.

Quest’anno ci sono anch’io. 35 km di sabbia e sassi. Alla partenza ci siamo tutti anche la tv nazionale pronta a documentare la competizione.

Per molti di noi è la prima e forse sarà l’unica esperienza di corsa in un ambiente così selvaggio e ostile. Mi vengono in mente tutti i consigli e racconti di Marco Olmo che di esperienze in Africa ne ha fatte parecchie. Cerco di ordinare le idee, non ci riesco, solo confusione. Decido di “non avere idee” e di mettere solo un piede davanti all’altro per i prossimi 35 km.

Al traguardo arriviamo tutti con tempi e in condizioni diverse. Tra lacrime e risate scattiamo la foto di gruppo più emozionante che abbia mai fatto.

A distanza di 4 anni siamo ancora tutti sulla chat comune e continuiamo a condividere esperienze di vita, “cretinate” e performance sportive.

Grazie Marco, grazie Alberto per far sì che ogni anno, tanti runners, abbiano l’opportunità di prendere parte a questa appagante esperienza sportiva.

Alessia Gallegati