Accogliere

Refugees and migrants arrive on the Greek Lesbos island after crossing the Aegean Sea from Turkey on November 7, 2015. Nearly 500 people have died trying to cross the Aegean Sea from neighbouring Turkey this year, many of them in the narrow but treacherous stretch separating Lesbos from Turkey. AFP PHOTO / ARIS MESSINIS (Photo credit should read ARIS MESSINIS/AFP/Getty Images)

Non è una scelta di convenienza ma è una soluzione civile e politica, necessaria oggi più di sempre. Requisito che il mondo sta gridando da ogni angolo ma di fatto è opposta alle posizioni dei nuovi governanti.

Rinunciare al prossimo è chiudersi, è innescare la miccia che porterà all’odio e alla ribellione verso chi fugge da strade infuocate o povere di tutto.

Vivere in un paese ricco è avere la libertà di decidere del futuro di chi ci vive e chi vi cerca un approdo.

Accogliere è fidarsi delle proprie possibilità e delle capacità acquisite in anni di guerre e divisioni, ma anche di rinascimenti e crescite industriali.

Accogliere è mettere ogni capitolo della nostra storia a difesa di ciò che abbiamo costruito e dare la possibilità di rinascere a chi cerca riparo.

L’Italia ha fatto della sua cultura della accoglienza un rifugio e una rampa di lancio per vivere il mondo che qui approda da sempre.

Quanto dobbiamo ancora imparare per non avere più paura, quanto dobbiamo ancora studiare per essere noi stessi luogo di sicurezza per anime disperate e decidere che chiudersi al mondo non è il futuro.

Invece siete voi a farmi paura con le vostre rinunce, con i vostri tagli al sostegno all’immigrazione.

Io non mi fido di regnanti con le bandiere nere sotto il letto, non mi fido dei vostri diplomi da scuola media superiore seduti su poltrone con il manganello nascosto, della vostra cultura da paese xenofobo, io non sono voi.

Non avete viaggiato, non avete visto nulla del mondo di come era e di come sta diventando, date voce ai ben pensanti dalle mani sempre pulite e le scarpe bianche.

Io non vi ho votato e state gettando le basi per il rifiuto del diverso.

Vi farebbe comodo il mio odio, la mia rissosa analisi, ma io non sono come voi e per questo non vi farò mai sentire il male che ci fate con le vostre visioni limitate su orizzonti ciechi.

Noi continuiamo ad accogliere le culture del diverso a non girarci dalla parte opposta, a cercare di capire perché il mondo sta scappando.

Siete il nostro limite e solo un popolo diverso da voi saprà farvi capire che l’Italia è un porto dove la cultura ha sempre scambiato il bello e il difficile di questo mondo che è insito nelle diversità e non di certo nella vostra inutile visione della lotta allo straniero.