A reti unificate, parla Giuseppe, e’ puntuale, stranamente.
I suoi occhi non sono lucidi e stanchi come le altre volte che e’ piombato -via TV – nelle nostre case, questa volta i suoi occhi brillano.
“Buonasera a tutti. Scatta l’ora X, si puo’ uscire di casa. Liberi tutti.”
Lancio un urlo e ne sento milioni intorno a me, sembra quando l’Italia ha vinto i Mondiali nel 2006, no di più…
”Oh cavolo! e mo’???”
“Dove eravamo rimasti? E ora che faccio?”
….apro gli occhi, sono le 5.30 di mattina (maledetta sveglia da runner che non si resetta nella testa!).
Nulla, era solo un sogno.
Sono giorni che penso a questo momento, a quale sara’ la prima cosa che faro’, dove andro’, come ci andro’ …mi trovo abbastanza impreparata e confusionaria sull’argomento.
Faccio spesso una lista, ma poi accartoccio il foglio, mi sento sciocca a farlo…mi sembra piu’ sensato improvvisare.
Pero’ di sicuro ho un pensiero fisso: spalanchero’ la porta e, correndo, andro’ verso casa dei miei genitori per abbracciarli fortissimo!
E poi, a seguire, direi che iniziero’ ad abbracciare la gente per strada a casaccio!
Voglio abbracciare il mondo intero!
“Il mondo non e’ comprensibile, ma e’ abbracciabile”
( Martin Buber)
Chiara Catalani