C’è un tempo, un tempo per tutto. Un tempo per camminare, per aspettare, per guardare il tempo che passa.
Un tempo per avere pazienza, per fare silenzio, per guardare il cielo, le stagioni, per lavorare, per riposarsi, per andare veloci.
E poi c’è un tempo per correre e mettere tutto nel giusto ordine di tempo.
Molte volte mi sono chiesta come potrebbe cambiare nel corso degli anni la mia corsa?
Io vorrei invecchiare con lei e assecondare il trascorrere degli anni e per capirlo meglio, visto che il cambiamento riesco a percepirlo anche alla mia età.
L’ho chiesto a Marco Olmo lui che ha corso in tutti i deserti del mondo e che solo a leggere i suoi libri ti fa venire voglia di correre e non fermarti più.
Marco correre a 60 anni e correre a 70, come cambia nello spirito e nei pensieri l’approccio alla corsa?
“Correre fa si che tutto cambi, così come le stagioni della vita. A 60 anni il declino fisico inizia a farsi sentire, contro natura non si può andare! I recuperi sono più lunghi e automaticamente si cercano allenamenti più facili: in poche parole si accorciano le distanze, anche perché col calo fisico cala anche la motivazione. Poi a 70 si corre per se stessi, giusto qualche gara per il piacere di mettersi un pettorale, naturalmente in gara si tira non per il risultato finale ma semplicemente per soddisfazione personale, perché un’atleta c’è l’ha nel sangue”
Marco Olmo, a 47 anni, ha cambiato la prospettiva di vita iniziando un percorso che dalla Marathon des Sables in Marocco lo ha portato a correre nei deserti più duri e affascinanti del mondo.
“Io ho il mal di deserto” con questa frase si apre il suo “ Correre nel grande vuoto”. Edito da Ponte alle Grazie in cui l’autore racchiude tutte le esperienze atletiche vissute nei deserti del mondo. Una dichiarazione d’amore verso la corsa e gli spazi sconfinati.
Marco Olmo con la sua corsa, ha dato forma al rispetto per la natura selvaggia e indomabile come lui stesso la definisce. Ha saputo infondere fiducia e forza ad una relazione che è iniziata con un passo lento.
Non ha paura che tutto questo un giorno finirà?
“Certo il pensiero che finirà è normale ma io mi sento fortunato quando ero ragazzino non avrei mai immaginato di correre, e poi i 70enni di allora causa vitacce dure erano tutti malmessi fisicamente”
C’è o c’è stato mai il pensiero di non aver fatto tutto quello che si sarebbe desiderato dalla corsa?
“No io non recrimino nulla perché con il lavoro in cava e allenandomi dopo il turno non ho avuto vita facile, e poi ho iniziato dalle ultime posizioni se chiedessi di più sarei un’egoista”
Come sarà Olmo dopo la corsa?
“Olmo dopo la corsa? chissà per adesso ho molti inviti e molti fans poi si vedrà. Spero vada bene!”
Olmo è l’esempio in cui identificarsi perchè si può attraversare “di corsa” anche la terza stagione della propria vita. Chi ci arriva in buona salute può tornare protagonista della propria esistenza, individuando nuove tappe da conquistare e togliendosi tante soddisfazioni. Perchè non si è mai troppo “vecchi” per vivere ogni giorno..
C’è un tempo, un tempo per ogni cosa. Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo giusto tempo…
Grazie Marco per averci dedicato parte di questo tempo…
Dominga Scalisi