Francesca non si ferma mai

La vita è una mano di poker, hai cinque carte in mano, puoi farle girare, puoi bluffare o puoi arrenderti e passare. Francesca non si arrende mai.
Ricordo bene quando ho cominciato ad andare in palestra. Una delle persone che mi ha lasciato il segno, pur avendola conosciuta poco, è stata Francesca Petrolo.
E’ una persona determinata, una donna forte, fisicamente e mentalmente, uno di quei talenti che l’Italia esporta all’estero, in questo caso San Diego.
Francesca ha mille interessi e una spinta propulsiva che la porta sempre un passo avanti, un “oltre” anche solo di un passo, un “oltre” che le fa alzare l’asticella delle sue possibilità per essere sempre migliore di ieri e peggiore di domani.
Accade che una mattina ti alzi e tutto quello che consideravi scontato non lo è più, il vento è girato, le carte cambiate e guardandoti allo specchio vedi che manca qualcosa, qualcosa che era li da sempre e che perfino il cervello si rifiuta di cancellare, ma tutto il resto lo lascio alle sue parole, alla sua bella energia, al suo modo di trovare sempre una nuova opportunità in ciò che le accade perché la vita è un dono e va onorata e vissuta sempre al massimo delle proprie possibilità.

Chi è Francesca Petrolo? Personal trainer, motivatrice, modella, ma c’è molto di più, raccontaci di te.

Sono un atleta da 22 anni, ho iniziato a praticare sport da quando avevo 6 anni. Ho iniziato a cavalcare i cavalli for fun quando andavo in vacanza in Puglia e poi un giorno ho chiesto ai miei genitori di portarmi ad una scuola di equitazione e ho iniziato a gareggiare all’ eta’ di 10 anni. Ho continuato ad allenarmi e gareggiare sia di salto ostacoli che di dressage. Crescendo ho anche imparato a nuotare andando a scuola nuoto, anche se l’ho sempre odiato perché era noioso e mi faceva stare male con febbre e mal di orecchie.
Poi finiti i 5 anni di scuola nuoto contemporaneamente all’andare a cavallo i miei genitori hanno deciso che avrei dovuto fare atletica leggera e cosi’ ho iniziato a correre, saltare gli ostacoli, saltare in lungo, ma il mio preferito era il salto con l’asta. Poi durante un allenamento duro con il team mi sono infortunata alla schiena. Ho sempre avuto problemi alla lombare e cosi sforzandola troppo mentre facevamo scatti in salita e sulle scale, la mia gamba destra e’ collassata perché il nervo sciatico ha smesso di funzionare, era troppo infiammato.
L’equitazione era l’unico sport che mi faceva stare bene, mi dava soddisfazione e non mi faceva pensare ad altro che a montare e connettermi completamente con il cavallo. Non avevo altri pensieri, nessun problema o dovere mi preoccupava. Ero completamente immersa nel correre con il cavallo, amarlo e prendermi cura di lui. Nient’altro era più importante.
Ma come Dio i genitori danno e i genitori tolgono. Quindi all’età di 15 anni ho dovuto smettere di andare a scuola di equitazione perché ero arrivata ad un certo punto in cui volevo e dovevo avere un cavallo tutto mio per continuare a gareggiare e in maniera professionale. I miei genitori economicamente non potevano sostenere una spesa del genere e ho dovuto smettere per sempre.
All’eta’ di 15 anni, dopo qualche volta che andavo in palestra con mio padre a sollevare pesi, ero esausta, dovevo praticare uno sport vero, fare amicizia e muovere il mio entire body in maniera attiva.
Ed e’ stato cosi che dopo tante ricerche trovai una palestra, neanche tanto lontana da casa, dove c’era il corso di kickboxing. La palestra era piccolissima, la sala di kickboxing altrettanto piccola, ma l’ho amato subito dopo la prima classe prova.
Feci subito amicizia e mi appassionai sempre di più. Andavo in palestra tutti i giorni. Poi con gli anni, crescendo mi sono diplomata e ho deciso di andare all’università di Medicina Veterinaria a Perugia. Ho trascorso 4 anni a Perugia e ovviamente non ho mai mollato la kickboxing e la palestra.
Tornata a Roma, fatte nuove conoscenze, mi sono iscritta alla Palestra Yama Team di Paolo Rossini e da li ho fatto tantissime nuove amicizie ed ho iniziato a prendere le “cinture”. Combattevo sul ring, insegnavo sia kickboxing che functional training e con il tempo sono diventata cintura nera seconda grado quindi istruttore ufficiale di kickboxing con il famoso Massimo Liberati.

Nel frattempo non ero solo attiva con la kickboxing, ma anche con il funzionale e il crossfit, sono diventata istruttore di Olympic Weight Lifting e ho anche voluto fare il corso di scuba diving e la mia passione per le attività fisiche che facevano oltre oceano mi attirava sempre di più. Volevo imparare cose nuove e che in Italia non erano ancora arrivate. Gli italiani in questo sono molto ottusi, pensano che quello che sanno già e da sempre sia universale e che non possa mai cambiare o che non ci siano nuove alternative di allenamento.
Questo modo di pensare e di approcciare lo sport mi stava decisamente stretto e cominciavo ad annoiarmi.
Scalpitavo e così, poco tempo dopo, all’ età di 30 anni ho deciso di partire per una lunga vacanza negli Stati Uniti. Una delle tappe che mi era rimasta più impressa era lo Utah, ma era tutto deserto e troppo caldo, ho optato per San Diego. L’anno dopo ho deciso di tornarci per 3 mesi, ho esplorato, ho studiato il territorio, mi sono iscritta in una palestra di sport da combattimento e ho fatto tante altre amicizie.
In tutto questo avevo un cane, Alaska, e lei ha viaggiato sempre con me.

Nonostante lavorassi gia’ per conto mio e con una casa di proprieta’, tornata a Roma da San Diego avevo un solo pensiero “mi voglio trasferire la’, non posso più stare a Roma”, così l’ho fatto.
Sono partita a Novembre 2018 con il visto studentesco a dicembre ho iniziato ad andare a scuola di inglese, ma sfortunatamente nello stesso periodo ho passato dei brutti momenti perché sono stata vittima di una truffa che mi è costata $2000. All’inizio sono stata 5 giorni in un motel con Alaska, poi siamo dovute saltare da un divano ad un altro a casa di amici, che per fortuna, avevo conosciuto in vacanza. La situazione era diventata insostenibile, io ed Alaska abbiamo dormito in macchina per qualche giorno finché, una sera, mentre ero a scuola, ricevetti una chiamata da uno sconosciuto.

Alcuni miei amici da Roma avevano postato un annuncio di aiuto su Facebook (italiani in San Diego) e questa persona americana era in questo gruppo. Mi contattò. Mi disse “sono Dave”, parlava un po’ di italiano e a quanto pareva mi voleva offrire ospitalità a casa sua. Ovviamente ero scettica, però avevo un amico in polizia e così mi sono fatta controllare la sua fedina penale e ho verificato anche che avesse un lavoro. Tutto era a posto, nessun precedente, una brava persona che viveva in un posto chic. Bene pensai “o la va’ o la spacca, non ho nulla da perdere”. Mi diede un appuntamento per andare a casa sua il giorno dopo la chiamata e accettai.
Da quel giorno è iniziata la mia vita a San Diego. Tutto è andato alla grande e sono cresciuta tantissimo mentalmente, sportivamente ed anche lavorativamente. Prima del COVID ho combattuto di Muay Thai 3 volte, ho preso svariate certificazioni in Hydrocore, Bulgarian bag, Kettlebell and so on.
Mi sono laureata con master in Business Administration con specializzazione in Sports Management e lavoro full time per una non-profit organization come project manager, sono in charge di una palestra nuova aperta solo da un anno, organizzo boxing event e fundraising.
Mi è sempre piaciuto fare la modella, è un sogno che ho nel cassetto da tanto tempo, ma non mi sono mai sentita all’altezza. Nel vero senso della parola, quando ero più giovane mi dicevano che, per fare la modella bisognava essere alte e magre e io, ovviamente, non lo ero e non lo sarei mai stata. Pero’ con il tempo le cose sono cambiate sia per me che per la società. Per fortuna!
Nonostante sia sempre stata molto timida di base, quando insegno le mie discipline e quando devo fare delle foto riesco ad essere molto naturale e me stessa. Non mi fa paura nulla, mi gratifica essere osservata e o ascoltata come se fossi qualcosa di speciale and “worth it”.
E lo faccio molto facilmente e volentieri anche in un altra lingua!
Se invece devo parlare davanti ad una telecamera o di fronte un pubblico non sportivo, divento veramente nervosa ed insicura. Però ho sempre affrontato tutto e sono sempre stata abbastanza coraggiosa e se facevo una figuraccia o non ero stata all’altezza, allora mi dicevo “ vabbè ormai è andata e ho capito come affrontare il “problema” per la prossima occasione, non sono scappata ed è stata una bella esperienza”.
Evitare il confronto mi avrebbe fatto sentire peggio perché a me piace “buttarmi”, provare tutto, affrontare la vita come viene e imparare dalle occasioni nuove che mi si presentano o da persone nuove che posso conoscere. Il social network e’ veramente molto importante per me. Se scappassi avrei troppi rimorsi e non avrei conosciuto tante persone fantastiche. Persone che tutt’ora mi vogliono bene e che mi stanno ancora aiutando nel momento del bisogno.
La vita e’ una sola e deve essere affrontata per com’è, “no wasting time”.
Ogni volta che mi si presenta una nuova occasione la accolgo sempre con molta gioia ed è cosi che quando mi si sono presentate occasioni di modeling ho sempre detto di si, anche gratis, perché non sai mai cosa o dove ti possano portare.
Più si fanno cose pazze, si prendono decisioni altrettanto pazze e più se ne vogliono fare, ma con la consapevolezza di arricchire il proprio bagaglio culturale, emozionale e sensoriale in maniera spropositata. Le esperienze mi hanno fatto diventare la donna forte ed indipendente che sono ora e motivare le persone a fare altrettanto della loro vita è il mio solo scopo. Condividere e dare forza, insegnare ad essere resilienti. Non avere paura di buttarsi in qualcosa che desideriamo fare. E se dovesse andare male, riprovarci tanto quanto serve per riuscirci, perché il desiderio di felicità è più forte della paura. Come un bambino che sta imparando a camminare, cade, si fa male, piange, ma ci riprova finché non ci riesce.
Quante volte hai visto un bambino sorridere alla riuscita dei suoi primi passi? SEMPRE. Dopo il primo passo, altri desideri ed avventure da affrontare si faranno avanti, la vita dipende tutto da questo.

Ci sono giorni in cui ti alzi e indipendentemente dalla tua volontà, una forza esterna cambia irreversibilmente la tua vita. Puoi raccontarci del tuo incidente?

Si certo.
Lo racconterò veramente in breve, perché sto scrivendo un libro a riguardo, con tutti i pensieri e sensazioni.
Un sabato di Maggio 2023 a San Diego, avevo finito di lavorare, insegnavo pugilato ad un gruppo di ragazzi speciale, e guidando la mia moto per tornare a casa, su una strada che facevo sempre, all’improvviso dal nulla vedo una macchina fare una manovra strana, inaspettata, e subito l’impatto forte della macchina sulla mia gamba sinistra. Sono rotolata a terra ed ho urlato forte dal dolore. Subito delle persone sono venute a soccorrermi e l’ambulanza mi ha portato in ospedale. Il giorno stesso sono stata operata al femore sinistro fratturato in due punti, ho avuto tre fratture alle vertebre toraciche, un dito rotto e 2 giorni dopo ho dovuto amputare il mio piede sinistro.
Ho passato 10 giorni in ospedale. Tornata a casa e’ iniziata la mia nuova vita da disabile e ho dovuto cominciare a capire come muovermi e fare le cose di tutti i giorni. E’ stato difficile e strano a vedermi cosi, con un pezzo mancante, nello specchio. Ancora non riesco a credere che sia successo a me. Non sono impaurita di nulla, la sto affrontando piuttosto bene, ma è veramente indescrivibile, provo delle sensazioni strane. Nessuna persona normale può capirlo.
Nel libro viene raccontato veramente molto di più, spiegando le dinamiche dell’incidente e come sto affrontando ogni mia giornata affinché le persone che subiscono un’amputazione possano beneficiare della mia esperienza.

La vita è come la prendi, ma se riesci a fare di ogni accadimento un’opportunità, allora ne avrai capito realmente il senso. Ho letto sul tuo profilo Instagram che questo cambiamento è per te in realtà un nuovo percorso, una nuova sfida da affrontare. Quanto ha influito lo sport in questa tua forma mentis?

Esatto, sono veramente emozionata per questa nuova sfida, benché molto difficile, so che ce la farò. E’ interessante capire quanto l’essere umano sia perfetto nei più minimi dettagli e quanto non ce ne rendiamo conto semplicemente perché non ci amiamo abbastanza. Dovremmo decisamente considerare le nostre reali capacità guardandoci dentro senza paura.
Non avere una caviglia ed un piede è fisicamente devastante. Alcuni amputati come me dicono che, con il tempo potrò fare tutto, che con le protesi si può fare qualsiasi cosa, ma non è cosi. Non lo è per me! Tutto cambierà e mi dovrò adattare, si, ma non è lo stesso. Non amo molto le bugie buone, sono sempre bugie e anche se sono pensate e dette per aiutare ti danno comunque false speranze. Sono dura con me stessa ,ma preferisco così perché, alla fine, mi ha sempre aiutata ad essere pronta ad affrontare momenti veramente difficili.

Sono un atleta a 360 gradi, e in questi 5 anni a San Diego ho imparato moltissime cose del mondo del fitness, qui c’è un approccio differente, cose che in Italia non sono immaginabili o non sono prese in considerazione perché non se ne comprenderebbe il beneficio. È questo uno dei motivi principali per cui mi sono trasferita. Ma questa e’ un altra storia.

Non avere più il proprio piede, la propria libertà di movimento naturale e genuino non può essere paragonato a nessuna protesi. Dio ci ha creati perfetti ed è vero. E’ incredibile! Per me ora riuscire a fare le scale con naturalezza è impossibile. Neanche ci pensavo prima! lo facevo e basta come tutti voi.
Fortunatamente, da buona atleta che sono, adoro i challanges quindi non mi sono e non mi sto abbattendo affatto, cerco e provo tutte tecniche nuove di riadattamento. Essere un atleta con la mia muscolatura scheletrica, ben formata e solida, ha contribuito tantissimo a proteggermi durante l’impatto sia con la macchina che con il terreno.
Anche i dottori mi hanno fatto i complimenti perché anche a livello neurologico ero straordinariamente perfetta e forte.

Inoltre la mia preparazione mentale, la mia forma mentis da persona che si è sempre allenata duramente e che sul ring ha subito molti traumi, mi sta aiutando a sconfiggere lo stress e a superare un periodo che dovrebbe essere di forte depressione. Come dicevo prima con tutte le esperienze vissute, che mi avevano già forgiata da combattente, non stanno facendo altro che beneficiarmi ora. Non so neanche cosa sia la depressione, non la voglio e non mi piegherei mai ad essa perché le opportunità che ho ora sono enormi.

Spesso un infortunio completamente reversibile che ci impedisce per qualche mese di allenarci come facciamo in maniera quasi abitudinaria, diventa per noi una montagna insormontabile. Ho osservato tanti sportovi abattersi e crollare si se stessi quasi in preda ad una crisi d’astinenza. Tu non hai smesso un giorno, esplorando sempre nuove strade per non interrompere mai  pur trovandoti di fronte ad un cambiamento irreversibile. Come è cambiato o sta cambiando il tuo allenamento?

Certo può succedere, ma non mi sono certamente abbattuta, ho iniziato ad allenarmi dal quinto giorno in ospedale perché non sopportavo il fatto di dover restare sul letto immobile a non far nulla. Il mio corpo doveva reagire e tornare in forze. Dovevo capire quali fossero i miei veri limiti e se c’era qualcosa che veramente non potevo fare, non la facevo. Da quando mi sono alzata in piedi le prima volta ho avuto nausea e forti giramenti di testa. Da quel momento sono riuscita a capire ed il giorno dopo già stavo meglio e ho potuto, giorno dopo giorno, fare sempre di più.
Adesso che mi sto allenando da sola faccio allenamenti molto semplici e di base per cercare di muovere la gamba senza sentire dolore. Sono molto debole ancora. Ho perso più del 50% di massa muscolare che avevo prima e ci vorrà molto tempo per tornare in forma. Ogni giorno faccio tutto quello che posso e cerco di allenare tutto il corpo. Mi dedico molto alla meditazione ed allo stretching.
Purtroppo ancora non posso andare a correre o fare molto cardio, sono lenta negli spostamenti e il mio fiato non è certo lo stesso di prima, specialmente a causa dei molti medicinali che ho dovuto prendere.
Mi manca molto andare a ballare! Da qualche anno avevo iniziato a ballare salsa e bachata almeno una volta a settimana.

Il corpo e’ una macchina perfetta e reagisce in modo intelligente agli stimoli che gli diamo. Se non gliene diamo non ha bisogno di reagire e rimane immobile. In save energy mode.
La mia mente non ha mai dato modo al mio corpo di pensare che non ce la può fare. Se sbaglio o fallisco una volta, imparo immediatamente, riprovo and I promise you, I’ll WIN.

Ci sono mai momenti in cui ti senti smarrita? Dove trovi la forza per riprendere il cammino?

Si ce ne sono stati 2 di momenti in cui non sapevo che dovevo fare, dove trovare la pazienza di andare avanti e sopratutto momenti in cui non sapevo cosa fare del mio futuro, quali decisioni prendere.
La forza me la da il Signore, so che ci sono bei progetti per me perché ho fede e mi affido a lui. Sembra assurdo ma anche l’incidente è stato parte del Suo piano, per qualche ragione doveva andare così e questa esperienza mi sta insegnando molto su me stessa e giorno dopo giorno ne sono sempre più convinta.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro e per il tuo lavoro? Racconterai la tua storia?

Si, si ne ho e sto scrivendo un libro e progettando per altri 2. Ma non posso dire altro al momento. Se mi seguite sulla mia pagina IG e Youtube lo vedrete.

Le cure mediche negli Stati Uniti hanno costi proibitivi, come stai affrontando queste spese?so che hai aperto un “GoFoundMe”, come possiamo partecipare?

Le spese mediche in USA sono folli, solo di ambulanza bisogna pagare $3000 e non vi dico tutte le spese tra operazioni, pernottamenti in ospedale e medicinali quanto costano perché è pauroso. A me fa più paura la sanità negli USA che l’amputazione del piede!
Ho dovuto smettere di lavorare e dichiararmi povera per essere aiutata dal governo, ma questo non e’ bastato, per fortuna avevo l’assicurazione della moto che un pochino sta contribuendo al rimborso spese.
Ho subito dovuto iniziare una campagna GoFoundMe perché qua usa molto come metodo di supporto comunitario e i soldi che sto accumulando mi stanno servendo per pagare le spese di casa e giornaliere e spero, in parte, le future protesi.
Le protesi costano molto e anche tutti gli accessori. Non esiste una protesi che sia per sempre bisogna prendersene cura e fare manutenzione ogni tot mesi.

Questo mondo degli amputati e’ molto particolare e dovrò ancora imparare molto. Vi farò sapere come va e come andrà nei miei libri o magari in altri articoli.

Se volete seguire Francesca sui social, il suo profilo Instagram è miss_italia_31. Li potrete trovare tutte le indicazioni sulle sue attività, video motivazionali, il link al suo merchandise e al suo “GoFoundMe”.

Ludmilla Sanfelice
Un giorno senza sorriso è un giorno perso. Non importa quanti pesi portiate sulle spalle, la vita è un battito di ciglia e va vissuta in ogni istante. Come l’ho scoperto? Allacciando le scarpe e cominciando a correre. Run Lud Run! Ogni giorno una nuova storia aspetta di essere raccontata.