Chi l’ha detto che correre è sempre bello? Che basta infilare le scarpette, scendere in strada e il mondo cambia subito colore e forma.
Che dopo una bella gara ci sentiamo depositari di una carica endorfinica insindacabile che azzera ogni distanza tra te e la fatica.
La realtà dei fatti è un rovescio della medaglia fatto di tante amare verità. In anni di podismo resto ancora confuso sul fatto che per milioni di persone la corsa sia solo benefici.
Non è possibile. Non vi credo. Fate outing vi prego.
Perché correre è una serie infinita di avvertenze, fisiche e non solo. E’ sapere convivere con le vesciche sotto i piedi che maledici ogni volta che infili le scarpe, o con unghie impresentabili se, nella migliore delle ipotesi, sono ancora attaccate alle dita.
E’ affrontare il freddo che ti punge l’anima d’inverno e il caldo che ti squaglia d’estate. Odio l’odore di sudore dopo gli allenamenti, il mio compreso.
La corsa è fatta di decine di infortuni che ti becchi in anni di allenamenti e gare. I tendini che si infiammano, i piriforme che maledici anche per andare al bagno. I muscoli benedetti di cui a volte perdi controllo e forza. E le ginocchia che come radici di un albero ti tengono attaccato al tuo sport.
Odio i bagni chimici alle gare e il loro puzzo igienizzante. Sono stanco della nausee allo stomaco al 30k e non ci posso fare nulla, mi viene se non sono allenato ma anche quando lo sono,
Io odio la sensazione di quando non ho il passo d’un tempo. Il riscaldamento se la testa vorrebbe correre a 3’50” ma il corpo ti risponde con 6’a km anche dopo il riscaldamento. Odio la salita
E’ insostenibile non poter correre e quando tutti intorno a te corrono.
La sveglia alle 5 di mattina che diventa “ok mi alleno a pranzo… ma che poi alla fine vedrai che stasera sarà perfetto” e resti al letto fino alle 9.00.
Odio l’attesa della corsa, che diventa scusa, tempo perso a cercare cose superflue, nuvole e pioggia che non arrivano ma che arriveranno e così meglio correre domani che sarà più bello con il sole.
I pantaloncini corti quando metti su qualche chilo e senti le cosce che sfregano e che prendono fuoco anche dopo 10k.
Non sopporto chi ha il doppio dei miei anni e va al doppio della mia velocità.
Faccio fatica a provare una sensazione positiva quando vedo chi si porta dietro il doppio dei miei chili e arriva al traguardo nella metà del mio tempo.
Tutto il mio rancore per i fotografi lungo i percorsi perché non mi fanno mai una foto presentabile a parenti ed amici
Infine odio la corsa con tutto me stesso per il 98% delle volte che corro, ma per fortuna ho anche quel 2% che mi fa andare a correre ancora una volta.
Marco Raffaelli