Il Passatore ha superato le barriere della prestazione sportiva ed è entrato nella visione catartica del viaggio interiore.
In tanti hanno corso sui pendii della Colla, si sono addentrati nelle luci di Brisighella consapevoli di aver vissuto un sogno a occhi aperti.
I racconti di chi ci è stato narrano di notti incredibili, di stelle brillanti quasi estive e altre con nuvole cariche di pioggia e pensieri.
La prova di forza e ragione che spinge i cuori sulla salita di Vetta le Croci è figlia di una maturità sportiva.
Chi parte per il Passatore è consapevole di esserci arrivato con la sana imprudenza del maratoneta.
Un viaggio così lungo dove assapori il rischio di non arrivare, dove temi di fallire, ma se hai deciso di segnare l’inizio del viaggio è perché ce lo avevi prima nella testa che nelle gambe.
Sei un anima fatta di energia che non si può spiegare e sarebbe come chiedere a un alpinista perché sale fin lassù…perché la vetta è lì.
Per lo stesso principio partirai da Firenze e ti fermerai a Faenza e non prima, consapevole ché non conta la strada ma solo i tuoi desideri, i bisogni le angosce e le paure.
Perché quello che ti ha mosso è stato un amore grande e grazie a lui arriverai fino in fondo.