Conosco un gruppo di amici che si vuole molto bene. La corsa è stata il gancio che li ha uniti, poi le strade e le vite si sono incrociate e a tratti sovrapposte. Tra di loro non ci sono compromessi, non ci sono conti da far tornare. La sola cosa che li tiene uniti la vedete in questa foto ed è il piacere di stare insieme.
Corrono in un gruppo ma non vanno insieme, la differenza è sottile come il filo che lega il più veloce al più lento.
E’ bello vederli in strada e in rete, c’è sostegno e serenità, niente smanie, niente manie e ne protagonisti, sono tutti uguali e sono come molti. Il segreto sta tutto qui. Vengono da diverse esperienze, anni di vite impegnate alle spalle, famiglie, lavori, passioni e chilometri sotto le scarpe.
Saper raccontare una storia che è quella di tanti è il loro segreto, ma loro non lo sanno, e visti da fuori animano una speranza che è il collante dello sport. Perché se lo vivi con questo ritmo narrativo sai fare tesoro delle fatiche e delle gioie incontrate e puoi aiutare chi è indietro e aspettare chi è fermo.
Non voglio dire che se fosse un gruppo di appassionati di pinella sarebbe la stessa cosa, ma forse sì. Perché in fondo, come in tutte le dinamiche, sono le persone che fanno la differenza e il running in questo aggiunge un’azione liberatoria che pochi altri sport irrorano nella vita.
La corsa abbatte le difese, ti mette a nudo come davanti a un pittore, sa tirare fuori il meglio che è in te, ma a volte anche il peggio. Vivere il running in un gruppo moltiplica l’effetto positivo.
Non voglio sapere di più di voi, mi basta quello che vedo ogni volta che ci incontriamo. Non ci sono colori, non ci sono parole, nessuno schema a difesa di una bella realtà.
Restate sempre così “perché gli amici saranno sempre amici, quando ti serve affetto, ti danno cure e attenzioni.”
Quando ti serve una pacca sulla spalla o anche solo una spinta sull’ultimo chilometro in maratona.
Gli amici saranno sempre amici.