Il ritorno dalle vacanze

Quando finivano le vacanze ero solito tornare a Roma in treno da Scauri.

Fatto l’unico bagno al mare della stagione, preparato lo zaino e chiusa la stanza che aveva cullato pensieri romantici e storie fugaci d’estate, Piercarlo e Roberta mi accompagnavano alla stazione. E partivo.

Al momento di lasciare la casa i miei invece si trattenevano. Sarebbero rimasti qualche giorno in più a respirare quell’aria che cambia e il mare che, come per un gioco assurdo, decideva per un colore nuovo.

Salutavo in fretta e sapevo che si sarebbero commossi.

Non lo capivo. Mi disturbava quasi e non vedevo l’ora di perdere la vista della casa di famiglia con i pini, con i balconi pieni di mamma, papà, zii vari, parenti, amici, che mi salutavano, mio padre che mi accompagnava al cancello e tutti che si commuovevano quasi partissi per una spedizione armata in Vietnam, Laos e Cambogia.

Oggi ho 47 anni e sono padre di un piccolo che ho a mia volta salutato faticosamente perchè restasse dalla nonna lontano dal caldo di Roma.

‘Giulio lo vuoi un regalino da Papà quando torna? Cosa ti piacerebbe?’

E lui ‘Papà!’.

Non il trattore, un aereo, la macchina rossa.
Io sono quel regalo. Quel papà bislacco. Così buffo, goffo e malandato.

E allora riflettendoci su, da padre, oggi capisco le lacrime dei miei.

Quelle incontenibili. Quelle così spontanee belle e se vogliamo senza apparentemente senso.

Quei balconi pieni di abbracci lanciati e quelle mani frenetiche a salutare.

E mi sento così stupido.
E così fortunato.

Quell’affetto puro che custodisci innato da piccolissimo e ritrovi come un tesoro da grande.

E ti accorgi che l’adolescenza, fino all’età della ragione consapevole, è un’epoca fatta di sentimenti così

nascosti, di frasi sempre troppo eccessive, di freni sempre troppo inibenti.

E quanto sarebbe sano tornare indietro.
Commuoversi. Salutarsi.

Dirsi che restare sarebbe bello.
Abbracciarsi per sentire il profumo della pelle salata di chi ti porta nel cuore.

Dirsi le cose.
Dirsi che ci si ama.
Dirselo.

Per tutta la vita senza freni.
Guardandosi negli occhi.