Roberto De Benedittis, romano, 57 anni, di cui 45 passati all’interno del mondo dell’atletica, è candidato al Consiglio Federale nella squadra di “Insieme per l’Atletica” che sostiene Vincenzo Parrinello alla Presidenza, nell’assemblea che ci sarà domenica 31 gennaio alla Fiera di Roma.
Roberto, tanta esperienza dietro le spalle con molti ruoli, come ti definiresti?
Di sicuro un appassionato ed un innamorato dell’atletica. Ho cominciato come atleta, poi giudice, tecnico, dirigente, manager, organizzatore, insomma ho toccato tutti gli aspetti dell’atletica. Credo realmente che siano in tanti ad avere molta esperienza nel mondo dell’atletica italiana, ma per conoscere il mondo della pista come quello della strada, nel modo in cui lo conosco io bisogna aver fatto un lungo percorso.
Perché ti sei candidato?
Mi è subito piaciuta la filosofia del gruppo “Insieme per l’Atletica”. Si è partiti tutti alla pari, abbiamo sviluppato la nostra “visione” dell’atletica, ci siamo conosciuti, misurati, consolidati. Chi non si è ritrovato in questo modo di fare ha scelto altre strade, senza traumi. Poi una volta d’accordo sui contenuti abbiamo cominciato a pensare a chi poteva esprimere al meglio le nostre idee, e così abbiamo scelto Vincenzo Parrinello come nostro leader ed i 12 candidati al Consiglio.
Il vostro gruppo è accusato di essere la continuità rispetto al Governo Giomi degli ultimi 8 anni, è realmente così?
Premetto subito che considero Alfio Giomi una delle persone più preparate ed appassionate dell’atletica che io abbia mai conosciuto. Detto questo, del Consiglio attuale solo 4 persone si sono ricandidate e non tutti nello stesso gruppo. Il rinnovamento sarà nei fatti, anche se tutti e quattro fossero rieletti.
Bisognerà fare di più e meglio di quanto è stato fatto, ma non m’iscrivo al partito di quelli che danno una visione negativa dell’era Giomi. In otto anni sono aumentati tutti i parametri, dal budget, ai tesserati, alle società affiliate, ai risultati dell’attività giovanile. Sono mancati in parte i risultati di vertice. Ma se Tamberi avesse vinto a Rio? Un Oro in più o in meno cambia così radicalmente il giudizio su 8 anni di lavoro?
Se tu fossi eletto in quale settore vorresti incidere di più?
Credo che il ruolo del Consigliere Federale sia quello di dare gli “indirizzi” all’azione della federazione. Quindi non mi limiterò ad un solo settore. Poi oggettivamente la passione per l’organizzazione degli eventi prevale un po’ su tutto.
Cosa serve all’Atletica Italiana oggi per tornare ai risultati di un tempo?
Prima di tutto serve unità. Diciamocelo francamente, non è stata una bella campagna elettorale. Siamo passati dagli insulti alle interrogazioni parlamentari, dalle querele ai commenti beceri sui social. L’atletica non è importante solo per i risultati dei grandi atleti o le medaglie conquistate. E’ importante soprattutto per i valori che trasferisce ai giovani tutti i giorni e che ne fa delle persone migliori. In questo frangente, qualcuno questi valori li ha disconosciuti.
Poi serve tutto, formazione, comunicazione, immagine, risorse, riorganizzazione, entusiasmo, senza pensare di essere fenomeni, ma ascoltando molto la base dando risorse alle realtà importanti ed attenzione alle realtà che vogliono crescere.
Di nuovo un militare al vertice della Federazione…
Confesso. Ero scettico anche io, ma lavorando a stretto contatto con Parrinello, posso dire senza ombra di dubbio che sa lavorare in squadra e non ha assolutamente i connotati dell’uomo solo al comando. Anche su questo, come su tante altre cose, sono i numeri a parlare. Nebiolo dal 1968 al 1989, Gola dal 1989 al 2004, Arese dal 2004 al 2012, Giomi dal 2012 al 2020. Non mi sembra che ci sia una Federazione militarizzata.
L’attività su strada è ferma da quasi un anno…
E’ un comparto fondamentale, rappresenta il 45% delle società affiliate ed il 55% dei tesserati. Io dico sempre che bisogna saldare la Pista con la Strada, spesso sono mondi che non si parlano, ma gli amatori sono i primi tifosi dei nostri atleti della pista. Bisogna dialogare molto di più Io vorrei che i grandi organizzatori si strada adottassero una società della pista. In questo credo che la Firenze Marathon sia un esempio da imitare. La Pandemia terminerà e torneremo a correre come e più di prima.
Come sarà l’Atletica del dopo Covid?
Più grande e più forte. In questo dramma collettivo qualcuno (finalmente) ha scoperto la potenza dello sport. In particolare quello dell’Atletica, sport all’aria aperta, non di contatto che forma sia il fisico che il temperamento. Non c’è uno sport più democratico, dove tutte le fisicità trovano una collocazione. Dai 100 metri al Lancio del Martello, dalla Maratona al Salto con l’Asta c’è spazio per tutti.
Perché ti dovrebbero votare?
Penso di essere utile alla governance, ma più importante di me è il gruppo. Dare un governo stabile alla Federazione è importante. Quelli che vogliono costruire servono a tutti, quelli che vogliono distruggere servono solo a loro stessi. Al di la degli schieramenti, penso comunque che nel mondo dell’atletica ci siano molte più cose che ci uniscono rispetto a quelle che ci dividono.