Quando due campionesse ci insegnano i valori di sport e solidarietà ai Campionati Mondiali di Mezza Maratona.
Ai mondiali di mezza maratona a Gdynia in Polonia, l’Italia ritrova una Valeria Straneo in forma che convince con il suo tempo di 1h11:39, insieme alla compagna di squadra Giovanna Epis, la migliore delle azzurre e 36esima con il suo record personale in 1h11:14.
Quella dei Campionati Mondiali di mezza maratona a Gdynia, è stata una prova importante.
Prima di tutto perché si trattava di Mondiali e quindi di una competizione ufficiale particolarmente sentita in termini di tensione ed emozione dagli atleti. In secondo luogo, perché questa veniva dopo mesi faticosi di stop e di ripresa dopo la chiusura dei mesi che si sono susseguiti da marzo in poi.
E’ così che Gdynia, è stato il teatro in cui gli atleti d’élite a livello internazionale, si sono messi alla prova con grandi difficoltà, anche perché il tracciato di gara aveva le sue insidie e nonostante questo, ci hanno sorpresi con le loro imprese.
Non parliamo solamente dell’Italia, ma di un livello sempre più alto nella corsa su strada dove tra le donne , la keniana Peres Jepchirchir conquista il titolo con 1h05:16.
Jacob Kiplimo, non ancora ventenne, è il primo degli uomini con il tempo di 58:49.
E’ di questo che abbiamo parlato con Valeria, in una chiacchierata a tutto tondo, partendo dalla sua ultima esperienza a Gdynia in Polonia, per arrivare ai progetti ed obiettivi futuri.
Valeria, il tuo abbraccio con Giovanna Epis è stata l’immagine più emozionante di questi Campionati. Raccontaci le sensazioni di quel momento.
E’ stata una gioia per tutti! Quando la tua compagna fa il personale in una gara importante come questa, non puoi non essere entusiasta!
Sono contenta per Giovanna, è un’atleta molto seria, ha lavorato sodo con il suo allenatore Giorgio Rondelli.
Noi sportivi, siamo felici e gioiamo dei successi dei nostri compagni di squadra.
Chi fa sport è portato a comprendere il proprio compagno di squadra, da sportivo è fondamentale e penso che per tutti sia così.
E poi questo era un Mondiale, una gara importante!
Torniamo a te Valeria. Come si arriva a chiudere i Campionati Mondiali di Mezza Maratona centrando l’obiettivo che ti eri prefissata con il tempo di 1h11:39?
Che tipo di lavoro hai svolto a partire dai mesi del lock down sino ad oggi?
Non nascondo che questo sia stato davvero un periodo particolare. Nei mesi di vero e proprio lock down ho cercato di “mantenere” quello che avevo nelle gambe come preparazione fisica.
Alternavo nelle mie giornate, la corsa sul tapis roulant, al potenziamento fatto insieme alla preparazione aerobica.
Correvo circa 15km al giorno, divisi in due sedute e cercando di dedicarmi anche agli altri esercizi.
In quei mesi ho comunque perso la mia forma fisica e la ripresa non è stata banale.
Ricominciare a correre a certi ritmi, dopo uno stop così lungo non è stato semplice forse questo è stato anche dovuto alla mia età. E’ diverso recuperare quando hai 20 anni piuttosto che quando ne hai 40.
Ricordo ancora che quest’anno nei mesi estivi facevo grande fatica e anche quando facevo i lenti, mi sembrava di eseguire dei lavori davvero troppo “lenti”.
Le sensazioni migliori sono arrivate dopo la Mezza di Monza.
Valeria, quanto queste difficoltà di riprese sono state dettate dalle gambe e quanto dalla testa forse non più abituata alle gare?
(Valeria ride) Bella domanda! Difficile dirlo….ma penso che le gambe e la testa vadano di pari passo. E’ stato difficile riabituare il corpo a certi ritmi, ci vuole tempo , ripeto anche per il discorso dell’età. Certo è che quando vedi i risultati, quando capisci che le cose cominciano ad andare allora anche la testa fa il suo, ci si sente più motivati.
In questo Mondiale abbiamo assistito ad atlete che si sono imposte con tempi incredibili. Cosa ne pensi e con che sguardo osservi queste giovani campionesse?
Devo ammettere che queste atlete hanno saputo affermarsi con dei tempi davvero impressionanti!
Chiudere una mezza maratona in 1:05 non è cosa banale. I risultati di queste ragazze, si avvicinano sempre più ai tempi maschili. È incredibile!
Se un domani dovessi allenare tu una giovane promessa dell’atletica, su cosa punteresti. Cosa faresti che ancora non è stato fatto per avvicinarsi a questi risultati?
Io penso che sia anche una situazione culturale. Molto spesso queste ragazze vivono già nella loro infanzia una realtà dove ci si muove, si fa movimento.
Oggi vedo troppo spesso i bambini incollati a smartphone, TV e tablet. Questo vuol dire molto!
A proposito di contesto culturale, come pensi sia stato gestito il fattore Sport in Italia nelle fasi del lock down?
Lo Sport è Vita!
Lo Sport non può essere relegato ad un angolo.
Nelle culture internazionali, lo Sport non viene considerato una perdita di tempo. Troppo spesso vedo ancora giovani, che hanno timore nel dire che passano i loro pomeriggi ad allenarsi. Spesso nella cultura generale, non viene data la giusta importanza allo sport. Non parlo solo di corsa, ma anche di nuoto, tennis….qualsiasi sport!
Lo Sport è SALUTE!
Le persone chiuse in casa vanno incontro a malattie, molto spesso a depressione.
Tutti possono fare sport, adottando le giuste misure.
Se abitiamo al centro di Milano, magari andiamo al parco. Ci spostiamo. Cambiamo le abitudini, ma continuiamo a fare sport, sempre!
Tornando ai Campionati Mondiali in Polonia, quali sono state le parole di Stefano Baldini, tuo allenatore, al termine della gara.
Con Stefano c’è stata subito una chiamata. Lui era molto soddisfatto, avevamo lavorato per questo risultato. Io gli ho detto che forse nell’ultimo giro avevo perso qualcosa, che forse ero partita troppo forte. Ma lui giustamente mi ha detto che si trattava di un Mondiale e che quindi era importante dare il massimo….
La tua famiglia come ti ha accolta? I tuoi figli? (ricordiamo che Valeria ha due figli di 13 e 14 anni).
I miei figli mi hanno scritto subito sui canali social. Loro mi sostengono e da sempre sono stati educati ad una cultura dello sport. Sin da piccoli con mio marito abbiamo detto loro, che non importava quale sport avessero scelto ma la cosa fondamentale era che ne praticassero uno, quello che preferivano!
Prossimi obiettivi? Cosa bolle in pentola?
Adesso abbiamo la Maratona di Valencia e qui l’obiettivo è rientrare nei tempi (2:29H ) per qualificarmi alle prossime Olimpiadi con cui magari mi piacerebbe chiudere la mia carriera da professionista.
Chiara Fierimonte