Cinque buone ragioni…si, cinque ma possono essere di più, quelle che ci hanno spinto al grande passo: praticare il running con tutti i crismi e le regole del caso iscrivendoci ad un gruppo sportivo affiliato ad una Federazione.
Sono ragioni ancora attuali e valide?
Nel 2021, con una pandemia mondiale che stenta a spegnersi ripeteremo senza esitazioni, ed immutato entusiasmo, la classica trafila visita medica+tesseramento gruppo podistico?
Prima ragione: mi tessero con un gruppo sportivo per frequentare “il gruppo” tutte le domeniche alle gare, ridere e scherzare sui tempi e le classifiche, lanciarsi sfide al prossimo evento, programmare trasferte sportive, fare squadra in ogni occasione sportiva.
Seconda ragione: voglia di partecipare alle gare, bisogno di competere con altri, l’adrenalina della partenza, la fatica della gara, il sollievo dell’arrivo, il premio della medaglia e del diploma. La gara vissuta come degno coronamento di estenuanti sessioni di preparazione finalizzate al raggiungimento del mitologico personal best.
Terza ragione: fare le cose per bene, visita medica completa per sentirsi tranquilli e rassicurati, assicurazione sportiva compresa nella tessera che sia mai possa accadere qualcosa, regole e doveri uguali per tutti gli atleti, sentirsi parte di un mondo amatoriale organizzato, insomma il classico salto di qualità dalla corsetta nel parco agli allenamenti “seri” da esibire con orgoglio davanti ad una pizza con gli amici.
Quarta ragione: sentirsi un po’ campioni usufruendo di un team professionale idoneo ad un corridore motivato ed ambizioso. Dal massaggiatore sportivo pronto a recuperare le fatiche della gara, al fisioterapista che puntualmente ripara i danni dagli eccessi degli allenamenti, al seguire i consigli di un nutrizionista per limitare la massa grassa quel tanto da guadagnare tempo prezioso in gara, più il nome è quotato maggiore sarà la soddisfazione…e il prezzo pagato.
Quinta ragione: essere parte integrante, ma anche ambita preda commerciale, di un intenso ed ammaliante ecosistema consumistico legato all’ego ed al narcisismo, al sentirsi un “atleta serio”. L’ultimo modello di GPS-cronometro, scarpe per ogni tipo di corsa, abbigliamento ultratecnico e alla moda, riviste specializzate di settore, iscrizioni a servizi/consulenze/software di analisi tecnica per la ricerca della miglior performance, l’onnipresente palestra/piscina per la tonificazione adeguata del resto del corpo, attrezzi, pedane, pomate, bende, barrette, integratori, aminoacidi in un crescendo pari all’ambizione del prossimo personal best.
Il mondo del running oggi è cambiato, niente gare e nessuna socialità all’ombra dei gruppi sportivi, e lo sarà ancora per un bel pezzo nel prossimo anno.
Saremo così sicuri, ad inizio 2021, di volerci rituffare con entusiasmo nelle cinque, ed oltre, ragioni per cui ritesserarsi o saremo così coraggiosi da considerarlo un anno sabbatico da vivere lontano da tutto ciò ma vicino all’essenza della corsa spogliata di tutti gli orpelli utili ma non indispensabili?
Come dice Franca Fiacconi “una strada non è mai la stessa se si osserva con occhi diversi…ma bisogna esercitarsi a farlo”
Buona strada a tutti.
La Redazione