Alice Betto e la forza di essere la numero uno

Abbiamo incontrato la triatleta Alice Betto, la migliore in Italia. Il suo 2019 è l’anno della svolta in vista delle Olimpiadi di Tokyo 2020. La attende un lungo cammino, ma dopo il 2^ posto al Test Event di Tokyo 2019 e 8^ posto al Grand Final di Losanna si puo permettere di programmare il prossimo anno con più serenità.

Intanto, in amicizia, abbiamo parlato della paura dell’acqua di tanti runner, del suo sostegno al progetto Purosangue, e di come vive la giornata un’atleta Pro tra i tanti impegni e una vita serena.

Quale è il primo consiglio che daresti per superare la paura dell’acqua?

Spesso le acque libere mettono paura ai non esperti e a chi non è nuotatore. All’inizio anche per me, che sono stata nuotatrice a buoni livelli, è stato difficile. Alla mia prima gara di triathlon Sprint ad Andora mi sono ritirata dopo essermi tuffata in mare. La muta, l’acqua gelida di inizio maggio, il nero del fondale, il contatto con le altre atlete mi hanno traumatizzato. Nonostante il pessimo esordio non ho voluto arrendermi, infatti la settimana successiva ho scelto di gareggiare in un triathlon sprint in piscina. Consiglio quindi ai neofiti di approcciarsi al triathlon scegliendo qualche gara con nuoto in piscina.

La tua carriera da triatleta è iniziata per amore di quale dei tre sport?

È difficile rispondere perché ho amato i 3 sport separatamente prima di scoprire il triathlon. Nasco nuotatrice, fin da piccola ho praticato sia nuoto che danza classica, la passione per la bici e la corsa è arrivata tardi verso i 20 anni quando con il mio fidanzato Alessandro (oggi marito) iniziammo a fare viaggi itineranti con le bici a seguito. Non contento Alessandro con un amico iniziò anche a correre per preparare un maratona, purtroppo il suo amico si infortunò ed io lo sostituii. La prima maratona fu nel 2007 a Verona (3h30’) poi ne feci altre 2, l’ultima a Milano nel 2008 in 3h. Dal 2009 iniziai con il triathlon

Come è la vita di una campionessa di una specialità così esigente? Lavori e hai una vita fatta di amici e famiglia riesci a conciliare tutto?

È una vita interamente dedicata al triathlon. Mi alleno 7giorni su 7 da dicembre ad ottobre, novembre è il mese più tranquillo, normalmente mi concedo qualche giorno di vacanza.

Ph @_asellio_

Descritta così sembra un inferno!!!! In realtà mi ritengo molto fortunata, perché faccio quello che mi piace e soprattutto lo faccio per me. I sacrifici spesso vengono ripagati con i risultati. Sicuramente rimanere lontana per lunghi periodi dalla famiglia, da mio marito, dagli amici, dalla propria casa è un grande sacrificio, però quando si ha un obiettivo in testa si è pronti a rinunciare a molte cose. Rientrare a casa dopo una lunga trasferta è sempre un momento bellissimo che vivo con ancora più entusiasmo.

Si dice spesso che il triathlon sia uno sport esigente anche dal punto di vista economico, ma per iniziare cosa consigli?

Mi ricordo ancora la mia prima bici (usata) costava solo 200€ era un vero e proprio cancello, pesava tantissimo, ma ne ero comunque innamorata. All’inizio tutto va bene, prima di iniziare ad investire su materiali super tecnici è importante capire se piace questo sport. Inoltre Dipende sempre dal livello sportivo, un amatore, dal mio punto di vista, si deve divertire prima di tutto poi con il tempo ricercare la prestazione. Anche per me è stato così. Ho iniziato per puro divertimento poi il triathlon è diventato il mio lavoro.

Il rapporto con il Progetto Purosangue, come è nato?

Il rapporto con Purosangue è nato da quando mi sono trasferita a Roma per allenarmi. Massimiliano Monteforte mi ha chiesto se volevo essere un Testimonial. Sono molto onorata di far parte di questo Progetto. Raccogliere fondi e donare scarpe da running ai bambini africani è una bellissima iniziativa. Lo sport pulito e condiviso permette di fare del bene a noi stessi e agli altri.

Alice Betto a sostegno del Progetto Purosangue

Un sogno ancora da realizzare nel tuo sport quale è e se è poi non così lontano.

L’Olimpiade è il sogno nel cassetto per qualsiasi atleta. Io purtroppo ho perso già 2 Olimpiadi (2012-2016) a causa di infortuni, quindi sono molto scaramantica! Tokyo è sempre più vicina, ma mai così lontana se considero ogni singola tappa che dovrò affrontare da qui ad agosto 2020. La strada è ancora lunga! Il 2^ posto al Test Event di Tokyo 2019 e 8^ posto al Grand Final di Losanna mi permettono di programmare il prossimo anno con più serenità, ma non per questo di ritenermi già arrivata al traguardo finale. Il 2020 sarà un anno molto importante dove nulla dovrà essere lasciato al caso. Poi si vedrà!

Indossare i colori dell’Italia è davvero così speciale? 

Sono orgogliosa di essere Italiana. Rappresentare la propria Nazione nel Mondo è sempre un privilegio ed un grande onore.

La gara più bella a cui preso parte e la peggior entrata in acqua dal punto di vista della competizione con le colleghe accanto, riesci sempre a farti largo?

Di gare belle ce ne sono state tante, è difficile sceglierne una sola perché per motivi diversi sono state tutte entusiasmanti. Qualche anno fa avrei potuto dire la prima vittoria al Campionato Italiano, ora i 2 podi mondiali (3^ WTS Leeds 2017 e 2^ Test event Tokyo 2019) e il 3^ agli Europei di kitzbuhel 2017. Escludendo i podi, 4^ WTS Londra 2014, 5^ Grand Final Londra 2013, 4^ WTS Montreal 2019. Gare da dimenticare sicuramente il mio esordio (vedi 1^ risposta). il nuoto è sempre un momento molto critico, è un nuoto di situazione, spesso sembra di essere su un ring. Dipende sempre da come viene vissuto quel momento. All’inizio lo subivo molto, ora riesco ad affrontarlo con il giusto approccio, sapendo che la gara non termina dopo il nuoto, che è possibile ancora rimediare.

Come cambia l’allenamento tra bici e corsa.

Allenarsi nel triathlon sembra molto complicato rispetto ad una disciplina singola, in realtà non è così: avere la possibilità di variare sport amplia le proprie capacità atletiche e di endurance. La bici può essere un valido sostituto della corsa, entrambi allenano gli arti inferiori. Alternarli limita gli infortuni e aumenta la forza muscolare.

 

Alice con il suo allenatore Alessandro Bottoni