Cinque minuti prima che la maratona parta è un tempo infinito nella vita di un maratoneta. Un tempo sospeso tra il vorrei e non ce la farò mai.
In quel preciso istante ti rendi conto di cosa ti aspetta, la tue paure sono le stesse di chi ti trema accanto, di chi con arguzia sdrammatizza il timore usando ogni trucco.
La maratona è un artificio psicologico unico, selettivo e coinvolgente, per tutti.
In mezzo a migliaia di persone non sei mai da solo, ma di fatto senti solo il cuore in gola e un silenzio assordante che rapisce i tuoi pensieri.
Tutte le angosce del mondo si palesano a un metro da te, gli attimi in cui speravi che questo giorno arrivasse il prima possibile li rivedi come se fosse ora.
Ogni maledetta domenica trascorsa a sputare fatica e gioia è sulle tue gambe e sei consapevole che per 42 km e 195 metri saranno proprio loro a spingerti fino al traguardo.
Ma anche quando un muro si frapporrà tra te e il traguardo userai energie nuove di cui non sapevi nemmeno l’esistenza.
Il senso della Maratona sta tutta in quei 5 minuti, unici, indimenticabili e misteriosi, 300 secondi da cui, in ogni modo, ne verrà fuori un atleta migliore, consapevole che le ore successive ti renderanno maratoneta per sempre