Tre Comuni …doppio traguardo

Chi corre a Roma non può dire di non averla fatta almeno una volta o solo pensata di volerla correre. Se sei uno da fatica, salite e asfalto, su quei tornati di Civita Castellana  ci sei stato e ci sei pure tornato a sudarci e a imprecare il giorno che ti sei iscritto.

La Tre Comuni non è la più impegnativa del calendario però è la più esigente. Perché la chiamano la Regina d’inverno delle gare, perché è un continuo saliscendi e fa sempre freddo, e perché è il punto di non ritorno nel decidere che fare atleticamente e non solo nelle settimane successive.

Sarà che domenica andremo a prenderci un piatto che è un contributo alle memorie podistiche di migliaia di appassionati. Che non c’è serata in casa tra amici podisti che non ne veda almeno uno riempito di salamela e formaggio stagionato.

Che quando lo metti a tavola con i parenti, e qualcuno ti chiede che gare sia, tu cambi espressione, assumi un cipiglio da attore consumato e ti metti su un piedistallo immaginario, con sotto lo striscione della tua prima squadra del 1995 e inizi a narrare le epoche passate di quando andavi alla Tre Comuni e correvi con il cronometro al polso, lo zuccotto di lana e addosso ti coprivi dal freddo con le buste di plastica e fogli di giornale.

A rivedere le foto dai sempre l’impressione di faticare come non mai e c’è da dire che la Mezza dei Castelli Romani quest’anno era da incubo per i cambi di pendenza, ma era ottobre, c’era il caldo e tutto quel verde del Parco ti faceva sentire ancora un po’ il sogno di un’estate che volevi non finisse mai.

Ci sono stati anni in cui la mattina allo start della gara c’erano -3 gradi che per un Romano è come correre in provincia di Reykjavík.  Alla Tre Comuni spesso è nuvoloso e i soli colori che vedi sono quelli delle maglie dei tanti atleti sotto l’arco di partenza, il resto è marrone della natura in letargo e nero colore dell’asfalto dei 22.5 km che dovevi fare per tornare al punto di partenza.

Bello è?

Eppure, ogni anno, non accetti compromessi, convinto che tutto serva a fare una Maratona di Roma decorosa e trovi mille giustificazioni per essere sulla Cassia alle 7.00 di mattina e vedere le macchine con dentro altri atleti dai vestiti multicolor come te.

L’esperienza ti ha insegnato che la salita dei Millecori, come la metti la metti, ti farà sentire tutte le ragioni per cui si dice che il running è uno sport senza compromessi: su quei tornati se stai bene fatichi, se stai male starai ancora più male.

In fine, sarà che domenica arriveremo ad un doppio traguardo, quello della strada e forse ancora più importante quello di avere ormai completato il servizio da 18 dei piatti della Tre Comuni.

 

 

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso