Il trampolino elastico è una delle discipline olimpiche della “ginnastica”, riconosciuta dal C.I.O. nel 1998; e ne esalta, più di ogni altra, la componente acrobatica.
Grazie al telo elastico, l’atleta ha la possibilità di eseguire dei salti con una fase di volo molto ampia, sia temporalmente che spazialmente.
Con la conseguente opportunità di sviluppare rotazioni multiple e combinate rispetto ai vari assi corporei.
Gli atleti eseguono evoluzioni acrobatiche in volo.
La disciplina del trampolino elastico prevede che gli atleti eseguano una serie di evoluzioni acrobatiche in volo.
I ginnasti saltano su di un tappeto elastico ed eseguono salti mortali e carpiati seguendo un programma obbligatorio e uno libero.
Questa disciplina è diventato sport olimpico nel 2000 a Sydney.
Trampolino elastico come è fatto
L’attrezzo del trampolino elastico è costituito da una rete elastica avente dimensioni di 2,20 m per 4,20 m.
La rete è agganciata mediante 116 molle ad un telaio metallico, posto all’altezza di 1,20 m da terra.
Ai lati sono presenti delle protezioni (alte 20 cm e lunghe 2 m). Per la sicurezza dell’atleta è necessaria un’area di sicurezza di 65,10 m² e l’altezza del luogo di gara o di allenamento deve essere almeno di 8 m.
Svolgimento gare
Le gare possono essere individuali o a squadre: in quest’ultimo caso la regola base per eseguire correttamente l’esercizio è la perfetta sincronizzazione tra gli atleti; in entrambe le gare il regolamento impone che non ci siano ripetizioni.
Nelle qualificazioni il ginnasta deve eseguire un 1° esercizio obbligatorio che comprende 10 salti, divisi equamente tra liberi e imposti dal regolamento, e un 2° esercizio composto da 10 salti liberi;
seguono le finali dove il ginnasta può eseguire un esercizio libero.
Il trampolino elastico (individuale o sincronizzato) è una disciplina sinonimo di libertà, di volo e di spazio.
I numerosi salti pericolosi e avvitati, che a volte si sviluppano per 8 m d’altezza, richiedono una tecnica molto affinata, un controllo perfetto del proprio corpo.
E’ praticato in quelle discipline che contengono elementi acrobatici e per questa ragione è anche un attrezzo propedeutico all’alta acrobazia.
Storia
Negli anni Trenta lo statunitense George Nissen, professore di educazione fisica, campione di tuffi e di tumbling, osservando la caduta in rete dei trapezisti, ebbe l’idea di costruire, nel suo garage, un prototipo di trampolino stendendo una tela con ai bordi elastici legati a una cornice metallica.
Insieme a Larry Griswold, Nissen creò in seguito le basi della ‘ginnastica al trampolino’
Per una decina di anni il trampolino rimase una disciplina di tipo ludico.
Negli anni Quaranta, a seguito di una maggiore presa di coscienza del corpo nello spazio, ci si cominciò a interessare alle possibilità tecniche offerte dall’attrezzo e nel 1948 vennero organizzati i primi campionati americani.
Il trampolino fece la sua prima apparizione ai Giochi Panamericani nel 1955;
Fu grazie allo svizzero Kurt Baechler che venne importato in Europa.
Nel 1980 la prima World Cup di trampolino elastico, a Bois-Colombe, in Francia e primo campionato mondiale a Londra.
Nel 1983 nacque la FITe (Federazione italiana trampolino elastico) che si attiva nell’anno successivo ed è associata alla Federazione Ginnastica d’Italia.
Il C.I.O (Comitato Internazionale Olimpico) nel 1988 accetta la FIT come una federazione e quindi la disciplina fa il suo debutto, come autonoma sia maschile che femminile, ai giochi di Sydney nel 2000.
Presente sin da allora unicamente con la competizione individuale.
L’unica atleta a vincere due ori olimpici nella specialità è Rosannagh MacLennan a Londra nel 2012 e a Rio de Janeiro nel 2016.