Quando scrivi una storia legata ad una impresa sportiva nasce un senso di ammirazione e stima nei confronti di chi ha raggiunto il traguardo, superato un record.
Ciò vale per chi scrive la storia e, alla stessa maniera, per chi la legge.
La continua ricerca narrativa è alimentata da questa regola, che è immutabile nel tempo e che fa diventare lo sport un grande fenomeno sociale.
Poi ci sono fatti e piccole gesta atletiche che nulla hanno a che vedere con questo precetto letterario.
Stiamo parlando delle storie scritte con la libertà della fantasia, vicende narrate in prima persona ma che contengono, più o meno, le avventure di tutti.
Sabato, sulle pagine di storiecorrenti, è stato pubblicato un post che raccontava di una tecnica di allenamento, ma più che altro di uno stratagemma per poter fare un allenamento che si chiama: “l’abbandono estivo del podista”
Usata da molti ed evitata da altri, insomma una di quelle scorciatoie messe in atto da amatori del nostro sport che, per non stravolgere le abitudini familiari, in vacanza riescono a far quadrare la giornata più o meno a tutti, parenti e amici compresi.
Il post è stato letto da oltre 100.000 persone, condiviso e commentato da tanti amici.
La maggior parte ne ha capito il senso, assecondando lo spirito e giocando con la parte più burlesca della storia.
Altri lo hanno preso per vero. Hanno dato consigli e tacciato per irresponsabile il sottoscritto per aver messo a repentaglio la salute e lo hanno redarguito per non aver fatto un buon allenamento.
Come potete immaginare nella storia c’era tanta immaginazione e anche esperienze vissute.
Il bello della scrittura è che sa portarti su terreni impervi, in condizioni difficili e in situazioni al limite del proibito.
Alzi la mano chi almeno una volta, nella propria vita atletica, non abbia detto “ho fatto una cazzata!”
Ecco, con le nostre storiecorrenti ci piace fare la somma di tutto quello che nel tempo siamo stati in grado di fare, disfare e rimpiangere di aver fatto.
Non vi chiediamo di crederci, ma almeno di assaporare le tante piccole verità dentro la quali ci siamo stati tutti almeno una volta.