L’ABBANDONO ESTIVO DEL PODISTA

l'abbandono estivo del podista

L’altra mattina, in macchina, l’atmosfera non era delle migliori, la sera prima ci avevi messo tutto te stesso nel convincere tua moglie che l’allenamento in programma sarebbe stato ideale, soprattutto in vacanza.

“Mi spieghi a cosa cazzo ti servono 26km di strada nella provincia di Oristano a fine luglio, con 35 gradi già elle 9 di mattina?”.

L’abbandono podistico è una tecnica di allenamento ideale quando sei in vacanza: in sostanza la famiglia ti
lascia a bordo strada, ad una distanza perfetta dal luogo di arrivo presso la spiaggia dove ti avrebbero atteso amici e parenti.

La stessa strategia l’avevi messa in pratica anni fa, in montagna, d’inverno, dal Passo Manghen fino a fondo valle, perche quella settimana bianca prima della Roma Ostia proprio non ci voleva, gli esiti furono incerti, anche della Roma Ostia.

Lo studio delle mappe del banditismo sardo, le
domande ai runner locali arcigni e sfiduciati, i sopralluoghi nei giorni precedenti non avevano fugato i dubbi dei familiari.

“Papà ma si può sapere a cosa serve un allenamento così intenso che non fai una maratona da secoli?”.

In estremo ritardo sulla tabella di marcia, sei sul ciglio della provinciale dell’oristanese con il sole alto, l’acqua nella camel bag bollente e un traffico di mezzi pesanti che non facevano presagire nulla di buono.

L’abbandono del podista non è un gesto inconsulto, e neppure una forma di avversità alla vacanza di famiglia.

Anzi, se gestito con un lavoro di squadra, ha degli ottimi risvolti atletici.

Ma quella mattina non era delle migliori. Dopo 6 km la temperatura era proibitiva, l’acqua era finita, i contadini nei campi circostanti che si estendevano a perdita d’occhio, dai loro trattori con aria condizionata ti intimavano di tornare sui tuoi passi.

Eppure eccoti lì, fradicio di sudore, con la pelle arsa perché avevi rifiutato la protezione solare sostenendo che ti avrebbe fatto sudare di più, corri allo stesso passo del pastore che dal crinale ti osserva imbarazzato per la tua situazione.

Arrivi in spiaggia dopo 4 ore, non ti saluta nessuno, tanto meno i parenti.

Con il viso cotto e la sete di un dromedario ti avvicini al gruppo di amici i quali ti conoscono bene e sanno che a cappellate sei un maestro ma ciò nonostante non ti ignorano, ti chiedono come è andata e se ti senti bene.

Ma la domanda più importante nessuno te la porge, resti in silenzio con la stessa espressione di chi deve dare troppe spiegazioni sul perché ti sbatti così anche in vacanza.

Accenni un sorriso verso la tavolata di amici che sazi e un po’ alticci non ti fanno sedere con loro ma nel contempo sai bene che non ti avrebbero abbandonato sul più brutto per nessuna cosa al mondo, proprio come tua moglie, più o meno.