Sport Senza Frontiere a gennaio di quest’anno ha compiuto 10 anni e siamo felici di poter parlare del lavoro svolto fino ad oggi.
Sono stati anni di crescita e consolidamento di una vocazione di sostegno e aiuto nodale per i tanti giovani e le famiglie incontrate.
Dalla sua fondazione Sport Senza Frontiere non ha mai perso il focus sullo sport, quale strumento più bello che una società matura può mettere in campo per sostenere i ragazzi nella crescita e nell’integrazione sociale.
La sua missione, d’altronde, è “garantire il diritto allo sport, renderlo accessibile a chi più ne ha bisogno, portarlo lì dove non c’è e diffonderne principi e valori”.
È un lavoro silente che scava solchi in cui poggiare le leve di uno sviluppo sociale grazie alle diverse discipline sportive.
Sport Senza Frontiere opera nei settori della società dove lo sport è precluso per limiti economici o fisici, e dove può invece diventare strumento di educazione, prevenzione, inclusione e coesione sociale.
Sport Senza Frontiere è una ONLUS che in 10 anni ha lavorato sull’inclusione di interi nuclei familiari, e di minori stranieri non accompagnati.
Tra questi c’è la storia di Paolo (un nome di fantasia), un ragazzo di Milano con la mamma originaria della Sierra Leone, una donna che faceva fatica a crescere lui e i suoi tre fratelli.
Paolo, all’età di 12 anni, viene portato in Casa Famiglia. Ha un fisico imponente e più cresce, più si capisce che lo sport potrà aiutarlo ad emergere da una situazione non facile.
Così ecco che, dopo una segnalazione, arriva Sport Senza Frontiere che gli permette di praticare il lancio del disco, disciplina a cui Paolo si appassiona tanto da passare all’agonismo. Oggi Paolo è alto 1 metro e 90 e nel 2021 ha vinto i campionati italiani di categoria.
L’aiuto di Sport Senza Frontiere non è fatto di numeri e cifre tonde, perché, oltre ai pagamenti dei corsi sportivi all’interno delle società sportive della RETE dove i ragazzi possono fare sport, c’è un percorso del minore dove lo stesso è coadiuvato e monitorato da un tutor, da uno psicologo e da un assistente tutor che affiancano l’insegnante sportivo e forniscono un counseling alle famiglie beneficiarie.
Una forma di assistenza che permette a situazioni precarie di emergere dalle difficoltà e questi sono aspetti della vita che i bilanci non possono sempre misurare, per fortuna.
Il 2021 è un anno speciale non solo, come abbiamo detto, per la ricorrenza del decennale, ma perché in questi 12 mesi, come ha dichiarato il Presidente di Sport Senza Frontiere Alessandro Tappa, “troveremo spazi e momenti per ringraziare meglio quanti di voi hanno camminato accanto a noi contribuendo a costruire Sport Senza Frontiere, augurandoci che questa bella storia possa continuare per svariati decenni, ben oltre noi fondatori, portando benessere e tante occasioni di vita a chi, queste occasioni non le ha.”
Il 2021 ha visto anche la ripartenza di JOY, il progetto educativo integrato di Sport Senza Frontiere che si snoda durante il periodo primaverile-estivo con camp residenziali, laboratori educativi e soprattutto tanta attività sportiva.
L’obiettivo è quello di contrastare il gap motorio, cognitivo e relazionale conseguente al periodo di domiciliarità forzata e al trauma legato alla pandemia.
Joy accoglie gratuitamente i bambini che vengono da situazioni emergenziali, sia temporanee che permanenti.
Infine, ecco l’ultimo dei progetti, il “Back to sport 2020”, finanziato dal Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel quadro dell’Avviso pubblico “EduCare”.
Un onore per Sport Senza Frontiere aver ricevuto attenzione e fiducia da parte di un’istituzione governativa tanto importante, che per vocazione promuove il benessere dei minori e delle loro famiglie.
Il progetto, della durata di 6 mesi, vede nel proprio titolo l’anno 2020 in quanto è stato ideato per combattere le conseguenze dell’isolamento e dell’impoverimento socio-culturale generate dalla pandemia.
Si realizza in 5 città italiane: Roma, Milano, Napoli, Torino e Bergamo, e ciò è possibile grazie alla rete di supporto che Sport Senza Frontiere ha saputo costruire nel corso degli anni, animata da centinaia di Associazioni e Società sportive affiliate che ospitano minori fragili ed attività formative realizzate dallo staff esperto di SSF.
Vogliamo chiudere questa storia con le parole di Alessandro Tappa e sperare di essere ancora tanti a “correre” accanto Sport Senza Frontiere:
Siamo nati come associazione che dona lo sport a chi non se lo può permettere ma da un anno abbiamo dovuto mettere in campo risorse economiche ed umane per moltiplicare le forme di sostegno, per non lasciare sole le famiglie dei nostri 400 bambini.