Siete dei fissati che corrono appresso al nulla, infoiati di endorfine che vi alterano la visione del mondo. Non sentite niente e nessuno, prima viene la corsa, poi il resto della giornata e della vita.
Vacanze, fine settimana, feste comandate: ogni aspetto del vostro tempo libero deve corrispondere ad un incastro a tratti impossibile per gli altri, necessario per voi.
Tutto deve essere proiettato verso un orizzonte limpido e senza sbavature, proprio come la pista su cui il Dio della maratona vi impone il sacrificio quotidiano.
Il lavoro è funzionale alle vostre spese: scarpe, gare, cure, viaggi e allenamenti, di fatto spendete più soldi per la corsa di quanti ne spendereste per cene e ristoranti con gli amici.
Chi vi sta intorno, se non gira come voi, non sta con voi, ma se corre accanto a voi, pensa come voi, sogna come voi.
Siete dei fottuti fissati con cui negli anni ho imparato a dialogare al caro prezzo di scontri feroci, ma con il guadagno netto di conoscervi meglio, al punto di saper anticipare le vostre manie.
Ho smesso di odiarvi ed ho iniziato ad ascoltarvi, comprendendo che vi basta poco per stare bene e che tutto il corollario di impegni a margine di quell’ora di corsa è qualcosa di più di una stupida fissazione.
I vostri 60′ in strada è ciò che siete, è la vostra anima, il vostro spirito, è la fiducia in un domani migliore.
Siete dei fottutissimi runner e dopo tutto vi voglio bene, perché dal buio delle vostre albe ne venite fuori migliori, e la luce che illumina lo stop sul crono è la stessa che vi porterete dentro ed avvolgerà la giornata di chi vive con voi, anche di noi che nonostante tutto, molto presto, vi correremo accanto.
(Una quasi runner)