Ridere piangere e sudare…

Quando sudi stai comunicando all’esterno uno stato fisico alterato. Il sudore è parte della strada che percorri, la segni con una linea che sei te stesso.

Ci vendono prodotti per dire alto là al sudore, per coprire ed eventualmente anticipare ogni possibile conseguenza, quando sudare è uno stato naturale e necessario. Certo, chi ci  sta attorno avrebbe molto da dire, ma è un problema che non rientra in questo pezzo.

Quando il corpo traspira esprime una sensazione, cosa provi e a volte anche chi sei. È un campanello d’allarme, non ascoltarlo è dannoso.

Si crea un rapporto speciale con la fatica, lo stress, la gioia, il piacere qualsiasi sia il fattore scatenante, tutti questi stati spremono i 3 milioni di ghiandole sudoripare disperse nello strato intermedio della cute.

Sudare fa respirare il corpo, abbassando la temperatura interna. Sudare è come fare l’amore, è fidarsi del proprio fisico, lasciandolo manifestare per ogni emozione in una fiumana di liquidi e tremori.

Il sudore a freddo

Sudare dalla gioia

Sudare dalla paura

Sudare asciutto

Tutti abbiamo la nostra linea di confine tra essere in gara e non sentire nulla.

Quando stai bene il tuo sudore te lo comunica colorando la tua pelle, bagnando tutto, accendendo ogni sguardo.

Quando non va, il sudore cambia densità, odore, volume, dentro ci sono più basi volatili che prendono il sopravvento, se sotto sforzo si aggiunge l’acido lattico nella sua composizione. Il corpo ti sta implorando di porre fine a quella fatica.

Ho sempre invidiato quelli che non sudano, dalla partenza al traguardo in ogni clima sono sempre apparentemente asciutti. Li vedi come mamma li ha fatti.

Ci convivi con il sudore, vi volete bene, lo rispetti e lo assecondi. Non importa se a volte è straripante, o c’è quando non dovrebbe esserci. È una forma di espressione, come ridere, e piangere. Se stai bene, se sei eccitato, se vivi momenti intensi non hai filtri e non hai schermi. Sudare è un evidenziatore della nostra euforia, dello stress, della fatica. Linee di sale che si creano con geometrie sui tessuti con cui corri, pedali, incedi senza pensare a che forma stai prendendo.

Fregatene, lascia esprimere il tuo corpo, nello stesso modo in cui ti fai una risata fragorosa.

Viviamo gli stessi momenti, condivisione di gioia e fatica, come in un abbraccio sotto l’arrivo, un abbraccio sudato, ma più vero di tante strette di mani asciutte ma senza emozioni.

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso