QUELLA SCATOLA DI PLASTICA

Bagni chimici
Bagni chimici-Foto - NYCM 2016

Domani alla Rome half marathon Wizz air ricordatevi ricordatevi di lei.

QUELLA SCATOLA DI PLASTICA

Quella scatola di plastica è uno degli oggetti più importanti di una gara, al pari delle tue scarpe, del cronometro o del pettorale.

Da New York a Venezia, passando per Roma e arrivando a Tokyo, non c’è maratona, ultra o gara di paese che possa farne a meno.

I bagni chimici fanno sempre la differenza.

Spesso hanno colori vivaci e nomi originali. Li noti subito, e sono sempre meno di quanti realmente ne servirebbero. Ma questa percezione è figlia della tua impazienza fisiologica.

Le società che li forniscono hanno loghi divertenti, ma anche se si chiamassero “Field Flower”, non perderebbero la loro funzione essenziale.

Amati e odiati al tempo stesso, almeno una volta nella nostra vita da runner ci siamo trovati faccia a faccia con loro.

La fila interminabile prima della partenza è il momento più democratico del mondo.

Che tu sia un’antilope etiope scesa dagli altipiani o il dio greco della maratona sceso dall’Olimpo, non ci sono differenze: di fronte ai bagni chimici in zona partenza, tutti siamo uguali, accomunati dalla “livella sociale” urologica.

In quei rari momenti di umano confronto, si instaurano dinamiche relazionali fatte di compassione e comprensione, un affetto che talvolta si trasforma in amore.

Solo l’apertura di una delle porte davanti a te ti riporta con i piedi per terra.

Una volta dentro, trattieni il respiro, con gli occhi chiusi e le braghe calate. Tra te e il mondo c’è solo uno strato sottile di plastica: copre ma non isola, chiude ma non insonorizza. Praticamente, sei nudo.

Quando esci dalla scatola, te ne vai incurante del mondo che lasci dietro.

Non guardi nessuno, con lo sguardo basso e il passo veloce, consapevole che da quell’istante potresti compromettere la prova perfino del dio greco che entrerà dopo di te.

Quella scatola colorata è un luogo senza certezze, custode dei tuoi segreti e monito per i risultati podistici.

Non siate indolenti al suo cospetto, né insolenti con chi vi precede. Siamo tutti uguali noi che corriamo, e davanti ai bagni chimici lo siamo ancora di più.