Quando un runner decide di iniziare a giocare a padel può considerare la sua carriera podistica a una svolta.
Anche se non lo confesserà mai neppure dopo la quarta pinta di birra, quei 90 minuti nel campo saranno una fuga dalla fatica, dalle salite, dalle ripetute al campo con gli amici e figureranno per sempre come un rifugio confortante.
Decidere d’iniziare a giocare a padel è una scelta coraggiosa per le caviglie, i legamenti delle ginocchia e un riscatto da tutte le volte che ti hanno detto “la corsa fa male”.
Passerai il giovedì sera tra i circoli più blasonati della città e quelli sui bordi meno illuminati di periferia.
Prima, durante e dopo di ogni incontro dovrai subire l’attività spasmodica degli “amici della padella” dell’omonimo gruppo su whatsapp i quali confondono la racchetta con l’utensile da cucina e puntualmente vi ritrovate, invece che sul campo, con i piedi sotto il tavolino a casa dell’appassionato di ricette calabresi.
Comprerai scarpe, racchette, palle, magliette e pantaloncini che a confronto le tue spese da podista sfigureranno. L’app di prenotazione e pagamento campi sarà la presenza più in vista sull’estratto conto della tua carta di credito.
Arriverai a parlare di padel, penserai al padel, sognerai il padel, guarderai solo video di partite a padel del circuito mondiale …ah che bei ricordi quando c’era solo youporn!
Ricorda che alla domanda dei parenti “ma non fai più gare di corsa?” Resta ben saldo, non tergiversare e sii convincente asserendo:
“io adesso gioco a padel, la mia nuova vita sportiva”.
Per ultimo, non rispondere alle provocazioni a chi commenta a mezza bocca:
“ma papà non aveva detto la stessa cosa con la bici, il nuoto, l’arrampicata, la pallamano, la subacquea, il rugby e la pallacorda?”
Non li ascoltare, non mostrare loro il fianco, sii orgoglioso delle tue scelte e ricordagli che padellari si diventa non ci si nasce.