Per uno sport autistico: le escursioni in barca

illustrazioni di Francesco Rongoni

Cari amici di Storiecorrenti, oggi voglio parlarvi di un’altra mia esperienza sportiva vissuta da persona autistica, ossia le escursioni in barca.

Non appena la barca esce dal porto, io percepisco estremamente struggente a livello emozionale il vedere l’infinito del mare e del cielo che si toccano all’orizzonte.

Questa emozione rimane nascosta a voi non autistici perché io la vivo tutta interiore e la manifesto così poco che forse solo un’altra persona autistica potrebbe accorgersene.

Alla vista dell’infinito del cielo e del mare che si toccano all’orizzonte, io vivo come una nostalgia di un luogo dove però non sono mai stato e che sento essere oltre l’orizzonte, l’ultima cosa che posso vedere.

È come se un tempo io fossi stato oltre l’infinito ed ora ne avessi nostalgia ma in realtà non ci sono stato mai.

Quando la barca prende velocità, mi sembra che voli sull’acqua e dentro la luminosità dell’aria. È una sensazione che ferma il respiro e mi trattiene come sospeso.

È bellissimo.

Andare in barca mi piace molto ma preferisco quelle a vela rispetto a quelle a motore perché se le condizioni del mare e del vento sono medie, volano quasi nel silenzio e sembra una cosa magica.

Ma ecco che siamo a destinazione. Un attimo per ancorare e poi è il momento di un gran tuffo nell’acqua blu!