L’attesa di un giorno di tracking e la soddisfazione di averlo vissuto – Federico De Rosa, per uno sport autistico

illustrazioni di Francesco Rongoni

Cari amici di Storiecorrenti, spesso noi autistici non verbali veniamo percepiti come persone assenti ed incapaci di vivere emozioni, imperturbabili.

In verità, dentro di me io vivo emozioni fortissime ed il mio limite è solo nel non manifestarle ed esternarle come sapete fare voi.

Quindi oggi voglio descrivervi le mie emozioni autistiche nel trekking.

Vivo una forte emozione di avventura quando la sera prima guardiamo le previsioni meteo, apriamo la mappa e scegliamo il percorso.

illustrazioni di Francesco Rongoni

Mi eccita la fantasia quando il tracciato presenta qualche tratto che non abbiamo mai percorso e provo ad immaginarmi come sarà.

Andato a letto, prima di addormentarmi, vivo un forte entusiasmo per la giornata di cammino che verrà.

Al mattino vivo con grande attenzione tutti i preparativi: non bisogna dimenticare nulla.

All’inizio del cammino mi sento accolto, mi sembra quasi che il bosco si apra per accoglierci.

Camminando provo pace per il silenzio e una bellissima sensazione di immersione nella natura, quindi fatica, sudore, concentrazione e senso di compiere una impresa, poi stupore per i cambiamenti di habitat ed infine stanchezza e fame quando arriva il poco cibo che può mangiare chi deve camminare.

Tornato a casa vivo una bella emozione di accoglienza dopo tante ore all’aperto.

E’ vero che è bello tornare a casa e che sollievo togliersi tutti gli abiti sudati, vederli sparire in lavatrice e riparare sotto una bella doccia calda: Che gioia!

L’ultima emozione è il grande relax di stendersi sul divano con un cuscino ed una coperta a vedere un film e sonnecchiare un po’.

E quando mi sveglio che dire, questa ora è proprio fame!

Federico De Rosa