Il 24 agosto iniziano i giochi Paralimpici di Tokyo 2020 e, tra le varie storie di questi ragazzi, ne abbiamo scovate tre.
Tre storie unite da un filo sottile, pieno di rinascita, di forza, determinazione e coraggio di affrontare un destino avverso e di sconfiggerlo.
Perchè, se è vero che nella vita a volte ci si incontra per una combinazione e per una serie di insoliti eventi, è vero anche che alcune volte non è solo un puro caso.
Così come è capitato a Martina Caironi, Monica Contrafatto e Ambra Sabatini.
A tutti prima o poi si presenta quella che chiamano la variabile X, quella che in un attimo può stravolgere qualsiasi progetto di vita.
Per Martina la vita cambia a 17 anni in un incidente in motorino mentre con il fratello si stava recando agli allenamenti di atletica. Un’ auto li travolge e Martina perde la gamba sinistra e resta in coma per due settimane.
Deve ricominciare tutto da capo, ma non si dà per vinta, impara a correre e a camminare con la protesi. E in pista scopre di avere un potenziale nascosto stabilendo il record italiano nei 100 metri. Il 5 agosto del 2012 a Londra vince la medaglia d’oro con un tempo di 15 secondi e 88 centesimi. E qualcuno in quel momento la sta guardando in televisione in un letto d’ospedale.
E’ Monica Contrafatto una soldatessa di 31 anni che è rimasta vittima di un attentato terroristico mentre era in missione in Afganistan perdendo la gamba destra. Vedendo Martina in TV Monica si fa una promessa: un giorno la batterò.
Si ritrovano nel 2016 a Rio sulla stessa linea di partenza per i 100 metri, amiche e rivali.
Martina arriva prima e Monica arriva terza, si sdraiano a terra si perdono in un lungo abbraccio e lacrime di gioia. Un sogno che diventa realtà.
Ambra, 17 anni, è una mezzofondista, una giovane promessa dell’atletica ed è in un letto d’ospedale in seguito ad un incidente in cui era stata coinvolta mentre era in moto con il papà.
Amputazione gamba sinistra come Martina alla sua stessa età, nello stesso modo, su strade diverse, ma stesso destino. Per Ambra, Martina diventa un punto di riferimento. Torna ad allenarsi con tenacia e grinta e, alla Grand Prix di Dubai, stabilisce il primato mondiale di 14 secondi e 59 centesimi sui 100 metri categoria T63 ed è il pass per le paralimpiadi.
Si dice che “Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano”
Ed è così che le vedremo a Tokyo sulla stessa linea di partenza verso un podio che speriamo sia tutto azzurro.