In Italia molti sport minori beneficiano del sostegno dei gruppi sportivi militari.
Parliamo di sezioni di corpi militari e di polizia che si prendono l’incarico di assicurare la pratica dell’attività sportiva, anche agonistica, dei propri appartenenti, nonché garantire loro uno stipendio, come previsto dal concorso pubblico cui l’atleta partecipa per esserne parte.
I gruppi militari fanno capo a Esercito, Carabinieri, Finanza, Marina, Areonautica, Consiglio Internazionale dello Sport Militare (CISM).
I corpi dello stato sono Polizia, Vigili del Fuoco, Polizia Penitenziaria.
I gruppi e i corpi sono affiliati alle federazioni sportive riconosciute dal CONI e sono molto attivi nelle competizioni sportive sia nazionali che internazionali.
La qualifica di «atleta» si acquisisce, come detto, al superamento di apposito concorso pubblico, annualmente bandito dal Ministero della Difesa. La partecipazione è aperta a uomini e donne che abbiano compiuto il 17° anno di età e non abbiano superato il 35°.
Questa è una tradizione tutta italiana, un po’ come avveniva nell’ex Unione Sovietica e nella DDR, e si può pensare ad un aiuto diretto dello Stato a chi fa sport.
Ma è anche una politica lungimirante che, per meriti sportivi, sostiene l’atleta il quale, altrimenti, non potrebbe raggiungere livelli di spicco visto che pratica uno sport “minore”, e farebbe fatica a lavorare e ad allenarsi.
Quindi cosa succederebbe in Italia se non ci fossero i gruppi sportivi militari?
Vi riportiamo l’esempio della Us Track & Fields Foundation e di come sono in grado di attingere a fondi privati da usare a sostegno di atleti meritevoli.
A ridosso delle Olimpiadi di Tokyo i migliori atleti americani hanno ricevuto un sostegno finanziario importante.
A farsi carico di questa politica di raccolta fondi è la USA Track & Field Foundation la quale ha sostenuto con successo gli atleti con le spese per l’allenamento e il soggiorno negli ultimi 16 anni.
Quest’anno in particolare l’importo del finanziamento ha raggiunto un nuovo massimo: 50 atleti meritevoli riceveranno premi per un importo di $ 8.000 ciascuno.
Dopo un anno e mezzo di incertezza e gravi perdite finanziarie, gli atleti che hanno instancabilmente dedicato la loro vita all’atletica leggera stanno iniziando a vedere la luce.
Tutte le sovvenzioni della Fondazione USATF vengono assegnate da un pool di candidati. Gli atleti d’élite sono incoraggiati a fare domanda ogni anno ad aprile o maggio. I fondi sono decisi dal comitato per le sovvenzioni e i criteri si basano sulle prestazioni dell’atleta, e sul bisogno monetario.
Il 21 luglio scorso sono stati ben 65 i beneficiari che riceveranno ciascuno $ 30.000 donati da Stephen A. Schwarzman il presidente, CEO e cofondatore di Blackstone, una delle principali società di investimento al mondo con 684 miliardi di dollari di asset in gestione (al 30 giugno 2021).
Il suo passato al college da modesto sprinter ha fatto sì che lo sport abbia avuto sempre un ruolo centrale nella vita di questo re di Wall Strett
Infatti il suo supporto finanziario è fondamentale per garantire agli atleti che rappresentano gli Stati Uniti di disporre delle risorse necessarie per raggiungere il loro potenziale e, infine, arrivare al medagliere.
Stephen Schwarzman è il più grande donatore della Fondazione USATF.
Ha impegnato un totale di 12 milioni di dollari per il programma di sovvenzioni e ha distribuito 5,7 milioni di dollari a sostegno diretto degli atleti.
“Sono orgoglioso di supportare questi incredibili atleti e farò il tifo per tutti e 65 i rappresentanti del nostro paese a Tokyo”, ha affermato Schwarzman. “Il loro impegno è un’ispirazione per me e tanti altri. Meritano ogni opportunità per raggiungere il loro potenziale e competere sulla scena mondiale”.
I programmi della USA Track & Field Foundation sono diversi: per i giovani, per gli atleti d’elite e con la Jesse Owens Society a beneficio di atleti di atletica leggera sia uomini che donne che partecipano e si concentrano sulle discipline dello sprint e del salto.
Gli Stati Uniti sono un paese pieno di contrasti, storture del mercato e della società, ma, in fatto di sport e investimento sui giovani, sanno il fatto loro.
Chissà che ciò non smuova filantropi italiani nel voler investire nelle società sportive e sui singoli campioni in erba.
Trovare una nuova forma di finanziamento dello sport non solo di stato e far partecipare la società civile con la stessa forza di quella dei corpi militari, sarebbe un di più e lo sappiamo bene che nello sport e nella vita si può sempre fare un passo in più.