“Aò ma perché te stai ammazzà de addominali tesò?”
Disse il palestrato di passaggio accanto al tappetino che avevo steso a terra per eseguire la serie di plank laterali e centrali che la coach mi aveva assegnato.
E’ biondo, alto e stempiato ma ha gli occhi di un marrone caldo e sornione, come Roma al tramonto, mentre sbadiglia prima di salutare il giorno che finisce.
E’ ovvio che è una domanda interessata al mio di dietro più che al motivo dei miei esercizi.
Ma invece di grugnire e stritolare tra i denti qualcosa che assomigli a un garbato vaffanculo, gli sorrido, complice quella innocua romanità, anticipata dal colore degli occhi, ormai a me così familiare.
“Nun ce o sai che chi core deve rafforzare la parte centrale del corpo?” gli dico.
Mi sorride di rimando e mi chiede che c’azzecca visto che si corre con le gambe.
“Scansate” mi dice subito appresso, “che mi serve il TRX”.
Sposto di poco il tappetino e mentre continuo i miei plank lui finisce la prima serie di esercizi per le braccia con il solo peso del corpo.’
“Mbè, allora com’è sta cosa della parte centrale?”
Airdaje… e va bene sto al gioco.
“Tesò se c’hai l’addominale inesistente come lo tieni dritto il busto? Come lo spingi il bacino in avanti? Come puoi assumere quella giusta postura che se spera ti porti a correre sull’avampiede?”
“Ma che davero è così complicata sta corsa? A vabbè, e io che me pensavo che te bastava uscì de casa con ‘npaio de scarpette ai piedi!”
“ E lo poi sempre fa e, ma io sto a preparà la maratona, l’addominale me serve”
“E quanti km so?”
“42”
“42 km? E ma li devi fa tutti insieme o uno pe vorta?”
E vabbè aristamo ar gioco: “uno pe vorta”
A quel punto scoppiamo a ridere tutti e due.
Finiamo allegramente le nostre ripetute e Sandro, così si chiama, mi conferma che lui c’ha provato “a core” ma proprio nun je viene. Se fatica troppo, nun se respira, e poi oh du palle.
“Ma come fai?”
“Me piace che te devo di, è na passione.”
Poi mi guarda dritto negli occhi, prende il suo asciugamano, se lo mette sulla spalla, e mi tende la mano.
Io la afferro e mi tira su dal tappetino, manco fossi un fuscello, che la forza nun je manca.
“E comunque piccolè, io nun coro, ma ‘na cosa la so, il core è importante ma non quello muscolare che hai sull’addome, no. E’ quello che te batte ner petto che devi usà. Capito tesò cori co quello che tu ce n’hai tanto!”
Abbassa lo sguardo sulle tette, me da na pacca sulla spalla, se gira e se ne va.
Daje va finimo sta sessione.
Buona palestra a tutti!
Chiara Scardaci
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