Lezione 1: il dolore fa parte della corsa

Quando si corre si avverte subito la fatica.

La fatica di iniziare, di spezzare il respiro, di prendere il ritmo, di continuare al ritmo stabilito, la fatica di arrivare alla fine dell’allenamento, magari con un’accelerazione negli ultimi km.

La fatica di un allenamento lungo, che sembra non finire mai, che senti sulle gambe, sulle anche, che sale su per gli addominali fino alle spalle e alla mente.

La fatica di alzarsi con il freddo la mattina presto, di correre a fine giornata magari con il caldo estivo, che non lascia tregua nemmeno a sera fatta.

La fatica di correre anche quando niente dentro di te vorrebbe farlo.

La fatica di ogni domenica, gara o allenamento che sia.

E la fatica è il dolore della corsa in tutte le sue  eccezioni. 

Il dolore dell’infortunio, dell’attesa della guarigione, il dolore di non poter correre, il terrore di non poterlo più fare, o del continuare ad allenarsi mentre si guarisce, mentre il dolore insiste.

Il dolore del confronto con se stessi e con gli altri.

Il dolore di essere uno dei tanti.

Il dolore di non essere il primo se non per se stessi e per pochi altri.

Il dolore di vedersi nudi, così senza alibi.

Ed ogni fatica superata e affrontata è un dolore vissuto e lasciato andare.

Perché il dolore fa parte della corsa, ma la corsa fa parte del dolore.

Il dolore che ognuno di noi affronta tutti i giorni, che bacia chiunque, nessuno escluso, e che ci spinge a correre.

Si corre nel dolore della corsa che è anche il dolore della vita ed in questa somiglianza, scarpette ai piedi, si raggiunge, con fatica, un sollievo duraturo.

In questo andare, respiro dopo respiro, come una sorpresa insperata, ogni tragica esperienza di vita si assesta si appiana, a volte si dilegua, per lasciare spazio alla forza, alla speranza e alla gioia di correre sempre, alla felicità di vivere comunque ogni giorno.

Buone corse

Chiara Agata Scardaci

 

 

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– Grazie a Franco Bertagna per la foto di apertura –