Quante volte lo avete sentito dire in questi mesi che le virtual race avranno ancora tanta strada davanti? E quante volte avete storto il naso pensando invece al bello di una gara, vista da dietro la linea di partenza, con altre 40.000 persone?
Eppure, ogni giorno, sulla time line dei nostri social network c’è una società che sta facendo dei numeri incredibili per condivisioni, commenti e like.
Virtualrunners è l’organizzazione che ha intuito il messaggio proveniente dalla rete creando un nuovo business.
Per capire come hanno fatto, chi c’è dietro e come lavorano abbiamo incontrato il suo creaore Kishor Shidar.
Kishor è tedesco, consulente aziendale, pubblicista, autore e docente universitario. Vive con sua moglie e tre figli a Monaco di Baviera. Ha vissuto in India, Stati Uniti e Russia, a cui si sente ancora molto legato. Ama l’arte moderna degli anni ’20 e ’30 e la letteratura classica tedesca e internazionale, così come gli scritti filosofici indiani e occidentali.
Il focus del suo lavoro è sulla cooperazione interdipartimentale, sulle strategie di vendita e sulla negoziazione. Sridhar combina i risultati della psicologia con i processi aziendali e le strategie di vendita.
Kishor Sridhar è un grande appassionato di running nonchè un fautore della digitalizzazione.
Ecco perché ha creato uno strumento di condivisione delle nostre esperienze podistiche denominato https://virtualrunners.org/.
Ci siamo visti su zoom, lui dai suoi uffici di Monaco e noi da Roma, e abbiamo fatto una bella chiacchierata tra amici, come dopo l’arrivo di una maratona, felici con la nostra birra davanti, per provare a capire un mondo che non conosciamo appieno, e di cui a volte ignoriamo le potenzialità.
Kishor, gli organizzatori delle vere Maratone per cui create una Virtualrun sanno del vostro lavoro per le loro gare, o siete liberi di scegliere un evento indipendentemente da chi le organizza realmente?
Le Virtualrun che abbiamo creato a volte sono indipendenti dalle gare reali; in altre invece facciamo accordi con gli organizzatori degli stessi eventi reali. Resta il fatto che ci teniamo a mantenere la nostra indipendenza.
Tu sei un uomo di comunicazione che aiuta le persone e le aziende a relazionarsi meglio e a crescere professionalmente. Perché hai deciso di investire denaro in un settore che potrebbe risentire del ritorno alla vita normale nel mondo?
Creare momenti di felicità facendo sentire vicine le persone in questi tempi complessi, è questa la ragione. Sono certo che a tal fine vale ogni investimento. Siamo orgogliosi di aver creato una comunità enorme, divertente, che si sostiene a vicenda.
Per questo motivo, nei prossimi mesi, inizieremo anche i live running club di VirtualRunners in molte delle principali città europee, anche in Italia, dove le persone si incontrano, si allenano insieme e poi possono partecipare a corse virtuali.
Quante persone hanno corso le vostre gare fino ad ora nel mondo?
Finora abbiamo quasi 100.000 partecipanti.
Avete mai scoperto corridori che hanno mentito sul tempo reale impiegato per correre la maratona virtuale?
Sì. Questo purtroppo accade ma per fortuna il 99,9% dei corridori sono corridori onesti. Affinché abbiano un buon feeling, ad ogni corsa abbiamo un team di 8 persone che controllano le distanze che ci vengono segnalate. Abbiamo trovato il modo per scoprire rapidamente situazioni “anomale” e di conseguenza contattiamo i corridori. A volte c’è una spiegazione, ma a volte dobbiamo escludere un atleta. Lo facciamo a beneficio di tutti i corridori onesti.
Il Team Virtualrunner è una squadra appassionata e ambiziosa. Quando è iniziata la pandemia hanno detto : i runner non si arrendono mai e hanno lanciato VirtualRunners. Con molta passione lavorano giorno e notte al progetto.
Perché l’obiettivo è far vivere la libertà della corsa e mettere in contatto le persone come in una unica comunità.
Le medaglie e le magliette che consegnano ai finisher sono bellissime e disegnate dai loro creativi per rispondere al bisogno di immedesimazione del maratoneta.
Qual è la nazione che più di tutte ha preso parte alle corse virtuali?
Tedeschi, inglesi e italiani. Queste sono le migliori nazioni all’interno del mondo VirtualRunners e anche quelle che sono più attivamente impegnate nei nostri gruppi di social media.
Il prodotto corsa virtuale potrebbe coesistere con gare reali come un nuovo prodotto per far crescere l’intero sistema di corse nel mondo?
Abbiamo creato il progetto per dare ai runner un’opportunità durante il COVID. La corsa virtuale è diversa. Non hai la sensazione di una partenza di massa, ma abbiamo scoperto che molti corridori non si sentono a proprio agio con questi eventi di massa.
Alcuni ci hanno detto di non aver mai voluto partecipare a un evento di massa. Noi abbiamo creato una comunità simile agli eventi di massa con i gruppi di social media dedicati per ogni gara. Le amicizie sono state costruite in tutti i paesi. Anche il supporto per raggiungere gli obiettivi personali è sorprendente nel gruppo, che si tratti dei primi 5 km o di una maratona in meno di tre ore.
Il gruppo fornisce supporto attivo e motivazione. Molti atleti esperti ci dicono che questa è un’atmosfera che non vogliono perdere. È come una grande famiglia mondiale. Crediamo che le VirtualRuns e le Live Runs coesisteranno e collaboreranno in futuro.
Stai investendo molte risorse nella pubblicità online, questo processo sta dando una buona risposta?
Sì. Sicuramente. La pubblicità online non è redditizia se un corridore fa solo una corsa, ma la corsa virtuale vive dalla sua comunità. Investire crea anche sfide. Dobbiamo sempre presentarci bene, creare un’atmosfera meravigliosa e ringraziare i nostri corridori, o membri, come li chiamiamo. Non siamo mai soddisfatti e vogliamo sempre migliorare. Solo se i nostri runners restano con noi l’investimento sarà ripagato. Ma è di questo che si tratta: le sfide e la felicità della grande famiglia dei corridori.
Sei un sostenitore della digitalizzazione, credi che l’attuale crisi economica potrebbe essere un’opportunità per lo sport e le piattaforme specializzate.
Sì, sicuramente. Desideriamo tutti un tocco più personale, alternative per il divertimento e le attività. Quando si parla di digitalizzazione di solito ci sono i tradizionalisti, che vi si oppongono e poi i forti credenti che denunciano i vecchi modi di fare le cose e credono che la digitalizzazione sia la cura per tutto. Credo che possiamo usare la digitalizzazione per unire il meglio di due mondi e creare qualcosa di veramente nuovo. La corsa è lo sport più naturale. Abbiamo sempre corso, da quando siamo scesi dagli alberi, ma il divertimento, le emozioni, le sfide intorno ad esso e la costruzione della comunità possiamo potenziarlo attraverso mondi digitali.
Grazie Kishor siamo certi che il vostro progetto raccoglierà ancora tanti appassionati. Atleti che sono andati oltre il concetto di organizzazione tradizionale la quale deve accettare che esiste una grossissima fetta di sportivi che non corre per la prestazione ma per altri motivi, in primis quello ludico e quest’ultimo aspetto viene completamente ignorato ritenendolo a torto degradante nei confronti dello sport…
Buone corse a tutti, qualsiasi esse saranno.
Marco Raffaelli