Questo articolo l’ho scritto sul pullman che da L’Aquila ci ha riportati a Roma. Parole colme di emozioni e di speranze, le stesse che abbiamo sentito ieri in una bellissima giornata di sport in una città unica.
Siamo andati a correre la prima edizione della Mezza Maratona città de L’Aquila. Una partenza diversa con un rimo insolito. Ci siamo tolti la presunzione del podista della domenica che vuole tutto e subito. Così, dall’emiciclo del Consiglio Regionale siamo andati su Corso Federico II, in silenzio, eravamo 1500 atleti che camminavamo e ci guardavamo attorno spaesati.
L’Aquila è ancora ferma, un’immobilità che parla e chiede solo di tornare alla vita di prima.
Una scena all’apparenza inerte, come i palazzi ricostruiti e i vicoli della città deserti.
Camminare tra quelle vie mette un timore reverenziale per chi ha vissuto quei minuti di devastazione di 10 anni fa.
Tutti insieme abbiamo raggiunto Piazza Duomo, bella e assolata. Una partenza diversa, un momento di raccoglimento di fronte alla Chiesa delle Anime Sante, un minuto di silenzio da brividi.
La chiesa edificata a partire dal 1713 in suffragio delle vittime del terremoto del 1703, costituisce da sempre il simbolo della ricostruzione.
Gli 801 arrivati alla mezza è un buon risultato per un totale di 1500 partecipanti con tutte le gare oltre la 21k.
Ma non si riesce a vedere la parte agonistica. Viene solo da credere che un’organizzazione, con il supporto della amministrazione cittadina, sono stati coraggiosi, hanno dimostrato che L’Aquila è in grado di accogliere e sostenere manifestazioni importanti. Il silenzio suonato in piazza credo che sia il premio più bello per tutti.
A noi non resta che metterci in gioco, uscire dalle nostre comodità da podisti della domenica e andare a correre dove lo sport è azione e testimonianza di impegno non solo atletico.
Grazie L’Aquila
Marco Raffaelli