La storia di Riccardo Bianchi

Riccardo ha 37 anni, ed è uno sportivo da sempre. Il nuoto da bambino, poi il calcio da ragazzo.

Riccardo, in particolare il calcio l’ha praticato a livelli professionali fino all’età di 21 anni. Poi a causa di due importanti infortuni agli arti superiori ha dovuto interrompere questo sport che praticava nel ruolo di portiere.

 La grande delusione di vedere svanito il sogno che inseguivo da piccolo mi ha fatto allontanare dallo sport per tanto tempo. A 23 anni ho iniziato a lavorare per Banca Mediolanum ed il lavoro è stata la mia valvola di sfogo. Oggi ricopro un ruolo manageriale.

Riccardo, quando è iniziata allora la passione vera e propria per la corsa?

Ho iniziato a correre solo 2 anni fa, perché sentivo il bisogno di mettermi alla prova e dimostrare a me stesso che ero ancora in grado di essere competitivo dopo tanti anni di stop. Ho indossato le scarpe da corsa per la prima volta a maggio 2018 con un solo obiettivo in testa, correre una maratona. E così è iniziata la mia avventura. A novembre 2018 la prima maratona a Torino e poi ancora Roma e Copenaghen nel 2019 con tante altre gare tra 10km e mezze maratone.

Ci vuoi raccontare il tuo progetto TWELVECHALLENGE?

Nell’estate 2020 decido di creare la mia TwelveChallenge ovvero una serie di 12 sfide personali composte da 8 maratone ( tra cui le 6 Majors internazionali ) e 4 ultra ( comprese quelle nel deserto) piu la maratona nel polo nord. A causa del covid che ha fatto annullare tutte le competizioni 2020, sono riuscito per ora a correre solo la prima dell 12 sfide, ovvero la maratona di Valencia con un tempo di 3h.16 minuti a dicembre 2019.

Attualmente mi alleno 5 giorni su 7, il tempo è sempre poco perché tra famiglia e il lavoro che mi vede impegnato per 10/11 ore al giorno, devo trovare sempre degli equilibri ed andarmi ad allenare durante i buchi giornalieri o la mattina presto o sera tardi. Nel poco tempo libero che mi resta mi dedico alla famiglia, alla lettura ed attività di volontariato con Avis e Admo. In tempi normali io e la mia famiglia viaggiamo tanto. Attendo tempi migliori per ricominciare a girare il mondo.

In questo contesto storico particolare, quali sono i tuoi obiettivi sportivi?

Di sicuro sono fiero dei miei progressi nella corsa, ad ogni gara mi miglioro. Dopo le 3h16 nella maratona di Valencia, stavo preparando Londra con una proiezione sotto le 3h.  Il mio prossimo obiettivo è quindi correre la maratona sotto le 3h e contemporaneamente preparare la 100km del Passatore ( speriamo Maggio 2021 ).

Manager e padre di famiglia, come concili la passione per questo sport con i tuoi impegni personali?

Non è facile per Daniela convivere con i miei impegni sportivi visto che già per lavoro sono molto impegnato, ma lei capisce che per me avere questa valvola di sfogo è molto importante. Cerco di trovare equilibri con gli orari e coinvolgo Daniela e Zoe nelle gare in trasferta portandole sempre con me e approfittandone per un week end insieme in posti diversi. Se non avessi il loro supporto non sarebbe possibile per me pensare di affrontare queste sfide. è importante per me anche essere da esempio e di stimolo per la mia famiglia. L’approccio a gare come le maratone e le ultra, se riportato alla vita di tutti i giorni può dare insegnamenti utili ed importanti.

Riccardo ed ADMO, un progetto ambizioso ed onorevole. Come è nato il tuo avvicinamento a questa Associazione?

Da tanti anni sono un donatore AVIS di sangue. Avevo da sempre curiosità nel conoscere il mondo dei donatori di midollo ma per pigrizia non mi sono mai informato, fino a quando l’Admo mi ha chiesto di utilizzare una foto che avevo pubblicato su instagram di mia figlia e mio nipote vestiti da super eroi che si davano un bacio. l’hanno utilizzata per una campagna di sensibilizzazione e da li ho deciso di andare a fondo con la conoscenza e mi sono da subito tipizzato ed iscritto al registro dei donatori, sperando di venir un giorno chiamato per aiutare una persona che soffre. Da quel giorno cerco, quando posso, di aiutarli nella campagna di sensibilizzazione.

Riccardo, un consiglio a tutti gli amici sportivi che vivono questo momento di fermo dalle gare.

Tutti noi abbiamo momenti di down nella nostra vita. Non dobbiamo mai scoraggiarci e dobbiamo accettare il fatto che a volte possiamo e dobbiamo anche sentirci deboli e demotivati. fa parte della nostra vita. Per 10 anni non ho fatto sport a livello agonistico perché venivo da una grande delusione sportiva. Consiglio però di ascoltare la nostra anima e cercare di capire di cosa abbiamo veramente bisogno e darci dei piccoli obiettivi che sia sfidanti ma facili da raggiungere e che ci diano gioia nel raggiungerli.  si può correre per molti motivi, per perdere peso, per stare in forma, per migliorare dei p.b., per distrarci e scaricare lo stress, per visitare città nuove e scoprire percorsi nuovi, per fare nuove amicizie e condividere dei momenti in compagnia ecc…  ognuno deve darsi il proprio piccolo obiettivo e la motivazione verrà da se.

Cosa sogni per il tuo futuro, cosa c’è nel cassetto?

Avere la possibilità di poter girare il mondo grazie a questo sport, con la mia famiglia, senza avere l’obbligo di dover rientrare a casa. Questo per me significherebbe essere veramente libero.

 

Chiara Fierimonte

 

Chiara Fierimonte
Mamma, runner e scrittrice. Amo la fatica delle lunghe distanze nella corsa. Se siete a Roma mi trovate all’alba sul Lungotevere dove mi alleno nel fascino di questa città. Grazie alla corsa ho imparato a riconoscere e superare i miei limiti, ma su Storie Correnti parleremo soprattutto di voi!