LA MONTAGNA È DI TUTTI MA SPESSO NON È PER TUTTI.

A me di fare la fila su un sentiero dolomitico, in uno dei luoghi iconici del gruppo del Sella, non mi da fastidio.

Quando mi capita è un’occasione per conoscere un sacco di gente, ascoltare storie e tenere un passo che definisco “sano e popolare”.

Perché purtroppo le ferie estive non le decidi sempre tu e se vivi a Bari e la ditta per cui lavori chiude due settimane ad agosto, è inutile auspicare le “partenze intelligenti”.

Di conseguenza per venire almeno una volta l’anno tra le valli dolomitiche devi fare dei compromessi scomodi come la fila in quota e al casello sul Brennero.

Poco male.

Il problema è un altro ed è la mancanza della cultura della montagna e della sua sicurezza, la totale assenza di una consapevolezza sul fatto che le vette sono pericolose se affrontate con leggerezza e imprudenza.

Perché se dopo aver preso una funivia che ti ha portato in quota decidi di salire al Piz Boè con le stesse scarpe con cui vai a fare la spesa, con pantaloncini e camicia, o affronti la parete attrezzata con ai piedi i sandali, in pericolo non ci sei solo tu ma anche chi ti segue in fila.

Sta di fatto che la montagna è vero che è di tutti ma sono convinto che spesso non è per tutti.

Necessita di un minimo di attenzione, un buon equipaggiamento – basta decathlon per quello che facciamo noi – bisogna seguire per tempo le condizioni meteo che qui cambiano in poche ore e capire in che stato fisico siamo rispetto alle uscite in quota, ma a volte anche in valle.

Non tutti i sentieri sono solo un ricordo da fissare su Instagram, la montagna, più di altri luoghi di vacanza, ha bisogno di rispetto e non solo di un bel post sui social, altrimenti una settimana di svago può trasformarsi in tutt’altro.

Andiamo in vacanza sulle nostre cime, viviamo la natura in libertà, ma ricordiamoci che il viaggio inizia in città, studiando come si affronta l’ambiente in quota, preparando il fisico, andando a conoscere le grandi valli e le storie dietro le cime più austere, e una volta arrivati condividendo le tradizioni delle comunità che le vivono e riportando a casa il piacere di averle vissute.

Da ultimo ricordiamoci che se da mille anni qui si sono vissute imprese epiche, dalla grande guerra, alle più belle scene di sport e di ascesa alla vette più ardite un motivo dovrà pur esserci e allora rispettiamo ogni sasso che incontriamo anche con una buona birra in cima alla forcella.

Buona montagna a tutti