Pensatela come volete, ma la crisi del maratoneta non arriva solo al famigerato “muro” dei 30 km, e non è semplicemente il risultato di quel crollo metabolico che impone un improvviso e drammatico calo delle prestazioni.
La crisi del maratoneta è uno stato mentale permanente, una condizione esistenziale che il podista ostinato (e un po’ sprovveduto) vive prima, durante e dopo la maratona.
PRIMA, si manifesta quando si carica di aspettative irrealistiche e inizia a tormentare amici, parenti e vicini, vantandosi dell’impresa epica che sta per compiere. Se non fosse che, da sei mesi ormai, ha trasformato chiunque gli capiti a tiro in una discarica per la sua ossessione, ripetendo senza sosta: “CORRERÒ LA MARATONA.”
Ma è quando rimane solo, nel buio dei suoi pensieri, che inizia a tremare. Tra un gemito e l’altro, spara in alto, immaginando una performance che sa benissimo essere irraggiungibile.
DURANTE la gara, il maratoneta sognatore si trasforma in un automa sordo, muto e cieco. In uno stato di coscienza alterata, corre come un’auto senza freni dritto contro il muro dei 30 km, e da maratoneta inesperto e privo di scorza, ci sbatte la faccia con la grazia di un pachiderma.
DOPO il traguardo, si abbandona a un’analisi delirante della sua performance. Snocciola scuse assurde per giustificare una strategia di gara fallimentare dal primo chilometro fino alla sesta ora, quando finalmente striscia sul traguardo.
Ma è solo quando gli amici lo abbandonano al suo destino che si manifesta la crisi irreversibile.
A quel punto, ogni speranza di redenzione svanisce. Piange, si dispera, scalcia, maledice santi e madonne, pregando il dio della medaglia affinché gli faccia passare quella nausea che, inevitabilmente, sfoga dietro il parcheggio di un discount di periferia.
Eppure, visto da fuori, il maratoneta incallito suscita un po’ di tenerezza. Certo, ti fa girare anche un po’ i coglioni per la sua ostinata e malandata visione della vita sportiva, ma questa, signori, è la maratona.
Questo è il meglio e il peggio del nostro fantastico mondo, racchiuso in 42 km.