Chissà quante volte avete provato a seguire la Blue line in maratona. Quella linea continua o tratteggiata che indica lo sviluppo ideale dei 42,195 km che uniscono partenza e arrivo in quasi tutte le maratone del mondo.
La sua storia risale alle Olimpiadi di Melbourne del 1956, quando fu dipinta per la prima volta una linea per guidare i maratoneti in gara, in quella prima occasione la linea era in realtà verde e vinse la competizione l’eterno rivale di Emil Zátopek, il francese Alain Mimoun.
In una giornata torrida Zátopek, da poco operato all’ernia, non riuscì ad andare oltre il sesto posto; Mimoun, quasi trentaseienne, alla prima maratona ufficiale della sua carriera, diventato padre il giorno prima, optò per una gara d’attacco e vinse in 2h25’00”.
La linea divenne blu solo per le Olimpiadi di Montreal del 1976.
Le regole della World Athletics Series specificano che “In tutte le competizioni della WA Series e ove possibile la linea di misurazione dovrebbe essere contrassegnata lungo il percorso con un colore distintivo che non possa essere confuso con altri segni“.
La scelta del colore è dovuta al fatto che linee bianche sono già presenti nella segnaletica stradale standard e le linee gialle si usano in molte città nel mondo come indicatori di divieti di parcheggio.
Il motivo della stesura della linea blu in maratona lo si legge a p.271 del verbale ufficiale dei Giochi del 1956 dove si affermava che:
“Un’innovazione che aiutò molto i concorrenti nelle gare su strada, sia in allenamento che in competizione, fu la pittura sulla strada di una linea spezzata verde brillante su tutto il del percorso. Ciò ha assicurato che non andassero mai “fuori percorso”. Ha superato le difficoltà linguistiche durante l’allenamento, poiché i concorrenti non avevano bisogno di chiedere indicazioni sul tracciato. E “Ha anche consentito misurazioni accurate“.
Nel corso degli anni, la linea blu continua è diventata una linea tratteggiata per risparmiare sui costi della vernice e poiché eventuali imperfezioni nella posa sono immediatamente evidenti. Inoltre in diversi eventi in cui adidas è lo sponsor utilizzano tre linee più sottili per evidenti motivi commerciali.
Al di là delle prestazioni memorabili, da medaglia o da record del mondo, la sola certezza che abbiamo è che quella linea ci rende partecipi di un evento su cui tutti facciamo passare le nostre fatiche.
Non è detto che la strada ideale sia limitata dai 300 chilogrammi di vernice blu, tanti quanti ne servono a dipingere la linea che separa partenza e arrivo alla maratona di londra.
Una maratona è molto di più è una corsa lunga, in cui ci sono tanti fattori a renderla ogni volta diversa dalla precedente a scapito della immutabilità della linea a terra.
Decidere di correre una maratona a volte è una scelta di cuore. Una presa di posizione che coinvolge ogni fibra, tessuto e cellula del nostro corpo.
Molti atleti, correndola, si mettono in gioco per capire quanto vale il loro amore per lo sport.
Affrontare una prova come la distanza regina genera un volano che ci fa arrivare ad essere migliori, in un rapporto simbiotico arriveremo dove non saremmo forse in grado di andare altrimenti, ciascuno con la propria linea blu che inizia prima, molto prima della gara.