Kilian Jornet ha superato 82 vette sopra i 4.000 metri, in soli 19 giorni, senza l’uso di mezzi a motore. Questi numeri non sono solo straordinari, ma quasi inimmaginabili per chiunque non conosca il mondo del trail running e dell’alpinismo moderno.
Eppure, per il celebre ultra-atleta Kilian Jornet, questa è solo l’ultima di una serie di imprese leggendarie che lo hanno reso un’icona vivente di resistenza e connessione con la natura.
Il progetto si chiama Alpine Connections e rappresenta una rivoluzione non solo dal punto di vista atletico, ma anche da quello culturale e divulgativo.
Kilian Jornet non si è limitato a scalare montagne; ha ridefinito i confini stessi dell’alpinismo.
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Partendo il 13 agosto da Sankt Moritz, in Svizzera, Jornet ha attraversato da Est a Ovest le Alpi, da Piz Bernina fino al massiccio degli Écrins, toccando iconici punti di riferimento come il Monte Rosa, il Cervino e il Monte Bianco.
Un percorso lungo 1.207 chilometri, con un dislivello positivo complessivo di 75.344 metri: una distanza che lascia senza fiato, tanto quanto le cime stesse.
L’Alpinismo secondo Kilian Jornet: fluido e sostenibile
L’approccio di Jornet all’alpinismo non si sviluppa per punti isolati (da un aeroporto a un altro, da un campo base a un campo avanzato), ma per linee continue e fluide.
La sua scelta di spostarsi esclusivamente a piedi o in bici sottolinea un messaggio potente: un ritorno alla semplicità e al rispetto per l’ambiente. Questo approccio non solo riduce l’impatto ecologico, ma permette di vivere la montagna in una maniera più autentica e intima, riscoprendo il piacere dell’esplorazione e della connessione con la natura.
Durante le 16 tappe del suo viaggio, Jornet ha stabilito un nuovo standard per il trail running e l’alpinismo. Ha completato il cosiddetto “Spaghetti Tour” – un itinerario alpino che copre diverse cime italiane sopra i 4.000 metri – in un solo giorno, un’impresa che normalmente richiede più giorni di sforzo intenso. Persino leggende come lo svizzero Ueli Steck, che aveva completato il percorso in 62 giorni, ora trovano un successore in Kilian, che ha saputo gestire tempi, fatica e recupero in maniera impeccabile.
L’uomo dietro l’impresa: resistenza e consapevolezza ambientale
Oltre all’incredibile resistenza fisica, Jornet ha dimostrato una notevole capacità di adattamento e strategia. Ha dormito una media di poco più di cinque ore per notte, prendendosi una sola giornata di riposo completo. È arrivato a scalare 18 cime in un solo giorno, dimostrando una forza e una resistenza fuori dal comune. Ma il suo messaggio non è solo una dimostrazione di forza umana: è un grido per la consapevolezza ambientale.
“Mentre spingo i miei limiti nelle Alpi, testimonio come anche questi ecosistemi stiano raggiungendo i loro limiti”, ha dichiarato Jornet.
Con Alpine Connections, ha voluto lanciare un messaggio chiaro: proteggere gli ecosistemi alpini non è solo una questione di preservare un paesaggio mozzafiato, ma di garantire che le future generazioni possano continuare a esplorare e sfidare se stesse in questi luoghi unici.
Un futuro per l’alpinismo con meno chilometri in aereo, più chilometri a piedi.
L’impresa di Kilian Jornet non è solo una pietra miliare nel mondo del trail running e dell’alpinismo, ma anche un esempio di come lo sport possa diventare un veicolo di valori sostenibili e di rispetto per l’ambiente. Meno chilometri in aereo, più chilometri a piedi: è questa la direzione verso cui l’alpinismo moderno potrebbe dirigersi, abbandonando le pesanti spedizioni intercontinentali per un approccio più snello e locale.
L’esempio di Jornet ci ricorda che ogni montagna, anche la più frequentata, può ancora essere un terreno di esplorazione del sé e dei propri limiti, una palestra naturale dove allenare corpo e mente. Il suo viaggio attraverso le Alpi non è solo un trionfo sportivo, ma un invito a riconsiderare il nostro rapporto con la natura e il nostro impatto sul pianeta.
Verso un cambiamento di paradigma
L’incredibile avventura di Kilian Jornet nelle Alpi non è solo una pagina indimenticabile nella storia dell’alpinismo, ma una lezione di vita e di sostenibilità. Con Alpine Connections, Jornet ha mostrato che l’alpinismo può essere molto più di una sfida fisica: può diventare un ponte tra uomo e natura, un modo per esplorare non solo le vette, ma anche i nostri valori e il nostro futuro.